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8 maggio 2012
Torino. Comune e Provincia di Torino si costituiranno parte civile nel processo Minotauro. Lo hanno annunciato oggi, nella seduta della Commissione speciale di promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi, presieduta da Roberto Tricarico, il vicesindaco Tom Dealessandri e il presidente del Consiglio provinciale Sergio Bisacca. I due Enti hanno dato mandato alle rispettive avvocature di valutare i tempi e le modalità più opportune. Nell'esprimere soddisfazione per la decisione presa, il presidente Tricarico ha ricordato che «la volontà espressa oggi dalla Giunta municipale conferma un'intenzione che era già stata manifestata all'unanimità da parte di tutte le forze politiche presenti nella Commissione». Oggi, intanto, nella seduta è intervenuto anche Luciano Violante, già presidente della Commissione parlamentare Antimafia che ha ricordato come «oggi c'è un forte trasferimento della Mafia dalle aree tradizionali del Sud Italia e c'è un tentativo di scambio con la politica. Occorre garantire serenità al tessuto produttivo della città e fare formazione alla legalità. Ormai dal 1994 in media in Italia vengono arrestati 4 importanti boss ogni mese, ma c'è una grande capacità di ricambio dei quadri dirigenziali. È quindi indispensabile riprendere il tema della fiducia dei cittadini in una società retta da regole ed educare gli studenti alla cittadinanza».
Numerosi i rappresentanti delle istituzioni locali, delle associaioni imprenditoriali e di categoria e del mondo cooperativo intervenute alla riunione. Nel suo intervento, il presidente del Collegio Costruttori Edili Ance di Torino Alessandro Cherio ha ribadito «una sollecitazione forte nel verificare la regolarità dei contratti di lavoro e le metodologie di gara. La logica degli appalti al massimo ribasso è perversa, soprattutto quando si va al ribasso sulla manodopera». Tra i partecipanti anche Pino Masciari, imprenditore, testimone di giustizia e cittadino torinese onorario. «Per tanti anni è stata trascurata la mafia come fenomeno culturale. Al Sud la mafia è una cultura che si tramanda di padre in figlio e che oggi si è radicata anche al Nord. Gli imprenditori oggi sono molto vulnerabili per le difficoltà economiche e perchè le Amministrazioni ritardano enormemente i pagamenti. Dobbiamo riconquistare i valori persi, recuperare il senso dello Stato e l'amore per l'Italia e il Tricolore. Si può morire per il senso dello Stato e il senso del dovere, non per il senso del potere». Infine, per l'associazione Libera, la referente regionale Maria Josè Fava ha evidenziato che «c'è un grande bisogno di questa Commissione per spezzare i legami tra mafie e politica. Oggi infatti non si parla più di infiltrazioni mafiose al Nord, ma di rapporti radicali. È quindi importante educare alle responsabilità e coinvolgere i giovani già a scuola. È anche fondamentale stare accanto agli imprenditori che sfidano le mafie: per questo gli Enti locali devono costituirsi parte civile nel processo Minotauro. L'associazione Libera lo farà».

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