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8 maggio 2012
Roma. Beni per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma ad un imprenditore di origine calabrese da tempo dimorante a Roma. Il provvedimento, eseguito dalle Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria della Capitale, rappresenta l'epilogo di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nell'ambito di un procedimento per l'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale che, a marzo dello scorso anno, aveva già portato il Tribunale di Roma a disporre il sequestro dei beni dell'imprenditore calabrese. Quest'ultimo, che secondo gli investigatori aveva stretti rapporti con esponenti del clan Muto, è risultato inserito in ambienti criminali dediti a reati di usura, appropriazione indebita e truffe colossali, i cui proventi sono stati reimpiegati nell'acquisizione di attività apparentemente lecite.
All'esito degli accertamenti, è stata rilevata la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il tenore di vita dell'imprenditore, il quale si è avvalso anche di prestanome per 'schermarè il suo ingente patrimonio. Nel corso dell'operazione, che, oltre il Lazio, ha interessato anche Calabria, Campania, Basilicata e Toscana, sono stati confiscati due unità immobiliari con annessa piscina a Roma, un centro sportivo a Trigoria, alcune autovetture di lusso (due Ferrari, una Porsche e due Hummer), un aliscafo, disponibilità finanziarie e quote societarie. Di grande rilievo un villaggio turistico a S. Nicola Arcella, in provincia di Cosenza, costituito da 34 unità immobiliari ed impianti sportivi, che beneficia di un tratto di spiaggia in concessione. Inoltre l'autorità giudiziaria di Roma ha disposto nei confronti dell'imprenditore le ulteriori misure personali della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni e dell'obbligo di soggiorno nel Comune di Roma.

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