11 gennaio 2012
Reggio Calabria. Tra i 21 arrestati nell' operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, figura Giuseppe Fortugno, di 39 anni, di Melito Porto Salvo, cugino di Francesco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale ucciso in un agguato a Locri il 16 ottobre 2005. Giuseppe Fortugno è accusato di associazione mafiosa. Secondo l'accusa è organico alla cosca Talia. Un rapporto, è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare di 1119 pagine firmata dal gip Domenico Santoro, che emerge dai «numerosi rapporti di frequentazione con elementi ritenuti di primo piano in seno alla cosca Talia». In un colloquio intercettato tra esponenti di primo piano della cosca, scrive il gip, «si fa esplicito riferimento alla circostanza che Giuseppe Fortugno fosse, in un primo momento, tra i candidati a ricoprire il ruolo, rimasto vacante, di capo giovani» dopo l'assassinio di Salvatore Modaffari. Nel colloquio, i boss «commentavano, ancora, la successiva decisione di elevare alla 'maggiore' lo stesso Fortugno, a dimostrazione di come questi, dunque, esercitasse un ruolo attivo in seno alla 'ndrangheta». «Il passaggio dalla società minore alla società maggiore - scrive il gip - riveste evidente significato dimostrativo del rango del soggetto che tale cursus honorum effettua. Peraltro, nel corso delle indagini, è emersa la partecipazione di Giuseppe Fortugno alla riunione organizzata a Bova Superiore da Terenzio D'Aguì con alcuni dei responsabili dei cantieri relativi alla variante di Palizzi ed altri importanti esponenti della criminalità organizzata di Bova». Nell'ordinanza c'è anche un'annotazione dei carabinieri secondo i quali, in base ad un colloquio registrato il 5 febbraio 2002, «si colgono importanti elementi che fanno ritenere come Fortugno sia certamente depositario di conoscenze dettagliate in ordine all'omicidio di Placido Scriva», fu ucciso il 20 luglio 1997 a Bova Marina da due killer armati di fucile di precisione. Nel colloquio, Giuseppe Fortugno, replicando a tale Nato che gli chiede «.. eri nella macchina quando lo hanno sparato?», risponde: «si più in qua più in qua ... vicino alla villa», «rivelando - scrivono i carabinieri - la propria presenza nel mentre venivano esplosi dei colpi d'arma da fuoco nei confronti di una persona». Nel provvedimento, comunque, non ci sono contestazioni a carico di Giuseppe Fortugno relative all' omicidio.
ANSA