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Un lavoro giornalistico che ripercorre una vita. Questo è quello che Attilio Bolzoni ha scelto di raccontare nel suo ultimo libro “Controvento”.  Sul palco di Trame13, insieme all’attore e amico Marco Gambino, Attilio Bolzoni ha scelto di leggere alcuni estratti del suo libro.
Non solo un racconto di mafia, ma uno spaccato storico che ripercorre gli eventi  che hanno caratterizzato la Sicilia del  XX secolo. Il tutto rievocando le meraviglie di una regione (da Agrigento a Palermo) tanto bella quanto maledetta, poiché teatro della violenza portata avanti da Cosa Nostra per oltre 40 e anni culminata con la strategia delle tensione, voluta dai Corleonesi, con le stragi del 1992 e del 1993. Prima gli attentati a Falcone e Borsellino e poi le bombe in continente di Milano, Roma e Firenze. Una vita a Repubblica, oggi firma di Domani , nella sua opera Attilio Bolzoni sceglie di omaggiare altre figure che hanno raccontato la Mafia e la Sicilia attraverso il loro lavoro, nomi come Leonardo Sciascia, Letizia Battaglia, Danilo Dolci e Giovanni Falcone, quest’ultimo nella sua attività di contrasto da magistrato, che hanno indissolubilmente impresso il loro passaggio nella storia siciliana.
Prima della lettura al pubblico Attilio Bolzoni e Marco Gambino hanno rilasciato un’intervista in cui hanno raccontato il loro lavoro, ma anche dedicato parole ai giovani attivisti di Trame ma non solo. Gambino in quanto attore ha detto “il mio lavoro è aperto a tutti”, quindi un messaggio che invita a seguire le proprie emozioni e sensazioni  per poi portarle alle persone, che sia sopra un palco o  attraverso una camera da presa.  Bolzoni in quanto giornalista navigato, ben conscio delle difficoltà e del precariato a cui i giovani giornalisti sono “costretti” ha scelto nel suo stile di dare un consiglio “controvento”: “I giovani giornalisti non devono accontentarsi di essere dei giornalisti impiegati devono inseguire le storie e raccontarle senza sottoporsi al controllo di nessuno”.

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