Sabato 29 luglio ricorre il 40° anniversario della strage che nel 1983 provocò la morte del capo dell'Ufficio istruzione di Palermo Rocco Chinnici. Con lui morirono anche due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui il giudice abitava. Venerdì alle 10,20 a Palermo, nell'Aula magna della Corte d'Appello, alla presenza del presidente della Repubblica, si terrà il seminario "Memoria è continuità: il lavoro di Rocco Chinnici, dall'Ufficio istruzione di Palermo alla legislazione antimafia italiana ed europea". Sabato alle 9,30 saranno deposte corone di fiori a Palermo nel luogo della strage, in via Pipitone Federico davanti al civico 59. Seguirà una messa in memoria delle vittime, nella vicina chiesa di San Michele. Nato a Misilmeri (PA) nel 1925, dai primi anni Settanta Chinnici inizia ad occuparsi di delicati processi di mafia. Nel 1979, nominato Consigliere Istruttore proprio negli anni in cui la mafia sferrava un terribile attacco allo Stato, crea un gruppo di lavoro, una scelta per allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito "pool antimafia". Accanto a sé Chinnici chiama Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Rocco Chinnici viene ucciso il 29 luglio del 1983 all'età di 58 anni, con il primo attentato che utilizza la tecnica dell'esplosivo comandato a distanza.
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Mattarella a Palermo per ricordare Rocco Chinnici
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