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Intanto è stata sospesa dalla scuola l’insegnante Laura Bonafede dopo il presunto coinvolgimento nella vicenda del boss

Continua l'indagine legata alla latitanza di Matteo Messina Denaro. Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri, i vivandieri accusati di avere ospitato il boss nella loro casa di Campobello di Mazara, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al gip Alfredo Montalto. Secondo gli inquirenti, i coniugi avrebbe ospitato "in via continuativa e per numerosi giorni l'ex capo di Cosa Nostra”. Abitualmente, dunque, il boss sarebbe andato a pranzo e a cena nell'appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle forze dell'ordine.

Sospesa la maestra di Castelvetrano
Intanto è stata sospesa temporaneamente la maestra della scuola di Castelvetrano Laura Bonafede che scriveva a Matteo Messina Denaro per gelosia.
"La vicenda del coinvolgimento della maestra della scuola di Castelvetrano nella latitanza di Messina Denaro costituisce una priorità all'attenzione della Regione Siciliana e dell'assessorato all'Istruzione. Apprendiamo dall'Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano, con cui siamo in costante contatto, che la dirigente scolastica ha firmato la sospensione cautelare dal servizio dell'insegnante Laura Bonafede da domani e fino al 31 marzo”, ha detto l'assessore regionale all'Istruzione e formazione professionale, Mimmo Turano, dopo i procedimenti emessi dall'Autorità giudiziaria nei confronti della docente in servizio alla scuola dell'infanzia dell'Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano. "Si tratta di un primo passo che sarà certamente seguito da un provvedimento disciplinare emesso dall'Ufficio scolastico regionale che è preposto a questo compito - ha aggiunto Turano -. Da parte mia scriverò al ministro dell'Istruzione e del merito Valditara, perché possa prendere ulteriori provvedimenti necessari affinché questa persona non abbia più alcun contatto con il mondo della scuola, tenuto conto del clamore negativo e del turbamento che il provvedimento giudiziario a suo carico ha suscitato nella collettività e in particolare nell'ambiente scolastico, e delle conseguenti ripercussioni sull'intera istituzione scolastica regionale di cui possono essere compromesse la credibilità e l'immagine. Abbiamo il dovere - conclude Turano - di difendere il lavoro di tanti docenti degli istituti siciliani che quotidianamente trasmettono valori di legalità ed etica agli alunni e che sono alla base della scuola".

Foto © Imagoeconomica

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