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Confiscati dalla Dia, su ordine della magistratura, beni per 1,3 milioni di euro riconducibili a due imprenditori, padre e figlio, operanti nel settore edilizio a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. I due, spiegano gli investigatori, sono risultati contigui alle consorterie mafiose trapanesi e sono responsabili di una serie di delitti in materia di intestazione fittizia di beni immobili e aziende, e usura. Gli approfondimenti investigativi svolti dalla Dia hanno consentito di rilevare come i due imprenditori, funzionali agli interessi di Cosa nostra, abbiano vissuto abitualmente grazie ai proventi di attività delittuose. Il provvedimento ha disposto la confisca di 37 beni immobili, 2 compendi aziendali, 7 autoveicoli, 3 rapporti finanziari per un valore stimato in circa 1,3 milioni di euro.

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