Il tribunale di Catania ha disposto, nei confronti di Sergio Leonardi, 44 anni, la confisca dei beni già sequestrati nel 2020 per un valore di 20 milioni di euro: si tratta di 4 società petrolifere, 2 ditte individuali, 3 immobili (2 a Catania e uno in Giardini Naxos), denaro, gioielli e una moto.
Leonardi è stato il contrabbandiere di petrolio per conto del clan Mazzei, i cosiddetti 'Cargagnusi'. Il tribunale lo ha definito “socialmente pericoloso”. Leonardi era stato arrestato, insieme ad altre 22 persone, nell'ambito dell'operazione 'Vento di Scirocco' condotta da i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Catania e dai carabinieri del Nucleo investigativo con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso e semplice, concorso in estorsione, intestazione fittizia di beni, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, falsità commessa dal privato in atto pubblico, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di scritture contabili, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare il clan mafioso etneo dei Mazzei.
I successivi approfondimenti svolti dal Gico della Gdf avrebbero appurato la "pericolosità qualificata” di Sergio Leonardi nel corso della propria carriera segnata dalle attività criminali e in particolare frodi fiscali e contrabbando continuato nel corso del tempo. Il tutto sarebbe iniziato nel 2007 sotto l'egida mafiosa dello zio della moglie, Biagio Sciuto, all'epoca capo del clan Sciuto-Tigna. Dopo la sua carcerazione, Leonardi tra il 2009 e il 2011 sarebbe finito sotto l'ala protettrice dei Mazzei che lo avrebbero utilizzato nel contrabbando di prodotti petroliferi. È risultato coinvolto in numerose inchieste per reati edilizi, furto continuato, associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione di pagamento dell’accisa sul gasolio da autotrazione e al contrabbando di prodotti petroliferi immessi nel mercato nazionale in evasione d’imposta (Accise e IVA), utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, falso ideologico, frode in commercio e turbata libertà del commercio, riciclaggio e autoriciclaggio. In particolare è risultato come fra il 2007 e il 2017 Leonardi e la sua famiglia abbiano vissuto con proventi economici di importo rilevante assolutamente sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, una delle ragioni che ha portato gli inquirenti di Catania e poi il tribunale a ritenere quelle ricchezze figlie di attività criminali e a disporre sequestro e confisca di circa 20 milioni di euro.