"Le Istituzioni non possono e non devono limitarsi alla commemorazione del 19 luglio. La verità è un filo che tesse relazioni di cura per il diritto al vivere civile, anche a distanza di tre decenni". Lo ha affermato Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia che, a un giorno dal trentennale dell'omicidio di Paolo Borsellino, pubblica un carteggio degli archivi del Tribunale di Palermo. Si tratta di tre verbali di interrogatorio condotti da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta nel 1984 e 1988, tesi a fare chiarezza sull'assassinio del colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo e del professor Filippo Costa, avvenuto il 20 agosto 1977. Sulla scorta di quegli interrogatori e delle dichiarazioni acquisite da numerosi collaboratori di giustizia, quando Borsellino era stato già designato alla procura di Marsala, Falcone riuscì a fare riaprire le indagini. In questi ultimi mesi la Commissione ha riportato alla luce una parte importante del lavoro di Borsellino e Falcone. "Non dobbiamo chiuderci dentro i nostri recinti di omertà - ha detto Morra in una nota - ma aprirci per abbracciare la solidarietà alle persone e alle famiglie vittime delle stragi di mafia e al loro bisogno di giustizia; la missione della Commissione antimafia è di parlare l'unica lingua che è quella della verità e l'invito è il coinvolgimento delle nuove generazioni, per diventare migliori, perché ognuno di noi è chiamato a collaborare".
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