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Si rifornivano da catanesi e si dividevano le piazze dello spaccio di droga le due organizzazioni scoperte dall'operazione "Alcantara" condotta dai carabinieri del al comando provinciale di Messina e della Compagnia di Taormina che ha portato a 26 arresti 13 in carcere e 13 ai domiciliari. "Le due organizzazioni hanno in comune la struttura particolarmente articolata che ha consentito loro di organizzarsi continuamente perché l'attività è giornaliera, nonostante gli arresti e i sequestri sono stati in grado di trovare sempre nuovi equilibri, entrambe le organizzazioni si rifornivano da soggetti catanesi ed erano dediti allo spaccio di cocaina, marijuana e hashish", ha spiegato il procuratore aggiunto di Messina, Rosa Raffa, che ha coordinato le indagini. "C'è un legame con i clan di mafia catanesi - ha aggiunto - che viene dalla storia criminale di alcuni soggetti che ci è stata attualizzata dalla dichiarazioni di Carmelo Porto. Sappiamo che tutta quell'area anche su accertamenti giudiziari, opera sotto l'egida dei gruppi riconducibili alle famiglie Cinturino e Brunetto e questa stessa realtà è stata descritta da Porto che ha attualizzato sia lo spaccio nei Comuni di Graniti e Gaggi sia quello nei locali notturni".
Secondo le dichiarazioni del pentito, le associazioni si dividevano i locali notturni dove spacciare: "C'era una sorta di pax - ha proseguito la magistrata - tranne qualche episodio di fibrillazione che ha visto aggressioni per qualche soggetto che intendeva prendere le distanze, ma sono episodi che si risolvevano sicché poi si continuava a operare in un clima di armonia". Dall'operazione Alcantara emerge inoltre uno spaccato che già era noto agli investigatori: "Emerge un quadro - ha concluso Raffa - che sospettavano: quella zona non è soltanto un paradiso per le vacanze e un lungo libero dal malaffare, ma, purtroppo, un luogo in cui la nostra maggiore attenzione nelle ultime indagini ci ha dato modo di scoprire che in realtà vi è una stretta soggezione a soggetti malavitosi sia per quanto riguarda la criminalità organizzata sia per quanto riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti".


Messina: droga nei locali della movida di Taormina e Giardini, 26 arresti

Durante la notte i carabinieri del Comando provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Messina, su richiesta della Dda, nei confronti di 26 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione. Così sono state sgominate due bande che gestivano la distribuzione della droga nei locali della movida di Taormina e Giardini Naxos e nei centri urbani della valle dell'Alcantara, nel messinese. Fino al lockdown, lo spaccio della droga in alcune note discoteche e locali della movida notturna taorminese, sottolineano gli investigatori, "era gestito sulla base dei consolidati accordi di spartizione delle piazze di spaccio tra i clan mafiosi Brunetto e Cintorrino, operanti nell'area di Giarre, Fiumefreddo e Calatabiano, in provincia di Catania, i quali alimentano e controllano anche il fiorente mercato della droga nelle località turistiche della riviera ionica messinese". Nel corso delle indagini sono stati eseguiti numerosi arresti in flagranza e sequestri di narcotico che hanno documentato il "florido mercato" riconducibile a due organizzazioni criminali che si avvalevano di numerosi giovani, tra cui anche minorenni, per lo spaccio di cocaina, hashish e marijuana e ricorrevano all'intimidazione e alla violenza per il recupero dei crediti maturati a seguito della vendita della droga. Alcuni particolari dell'indagine saranno resi noti dal procuratore aggiunto di Messina Rosa Raffa durante una conferenza stampa che si terrà, alle 11, nei giardini della caserma Bonsignore, sede del comando Interregionale Carabinieri Culquaber e del Comando provinciale di Messina.

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