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Su delega della locale Direzione distrettuale antimafia, i finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del capoluogo siciliano, nei confronti di Orazio Di Maria, 37 anni, accusato di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso.
L'attività costituisce lo sviluppo delle indagini che hanno portato, lo scorso 11 marzo, all'arresto in flagranza di Riccardo Meli, 31 anni, bloccato dai militari del nucleo di Polizia economico finanziaria di Palermo mentre riceveva 300 euro a titolo di 'messa a posto'. I due indagati avrebbero avvicinato la vittima, che aveva da poco avviato lavori di ristrutturazione, avanzando richieste estorsive sempre più esplicite. L'imprenditore, supportato da un'associazione antiracket, però, ha denunciato, consentendo in pochi giorni agli investigatori delle Fiamme gialle di arrestare in flagranza l'esattore del pizzo. Lo sviluppo delle indagini, poi, ha permesso di scoprire come a presentare la vittima a Meli fosse stato proprio Di Maria, che "nel tempo ha partecipato attivamente alla condotta illecita", spiegano le Fiamme gialle. Gli investigatori della Guardia di finanza hanno accertato anche l'assoluta sproporzione tra i beni disponibili e la capacità economica degli indagati. La Dda ha emesso un provvedimento ablativo d'urgenza, in corso di esecuzione, che ha consentito di sottoporre a sequestro disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un valore complessivo stimato di circa 200.000 euro, tra cui figura un'impresa che gestisce un noto pub del quartiere della Vucciria, risultato nella disponibilità di fatto di Di Maria.

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