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Restano dietro le sbarre 13 dei 20 fermati dalla Dda di Palermo nell'ambito dell'inchiesta che, la scorsa settimana, ha "colpito" la cosca mafiosa del Borgo Vecchio. Il gip, che non ha convalidato il provvedimento per alcuno degli indagati, ha accolto la richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere per 13 tra boss, gregari ed estortori della "famiglia". Per cinque indagati sono stati diversamente disposti i domiciliari, mentre due fermati sono tornati in libertà. Il carcere, tra gli altri, è stato disposto per il capomafia del clan Angelo Monti, già condannato per Mafia, libero da tre anni. L'inchiesta è stata coordinata dall'aggiunto Salvo De Luca e dalla pm Amelia Luise. Gli investigatori, che hanno potuto contare sulla collaborazione piena di molte vittime del racket, hanno delineato l'organigramma del clan, fatto luce su 20 estorsioni, accertato gli interessi della cosca nel traffico di droga, scoperto le ingerenze dei boss nell'organizzazione delle feste rionali e i loro rapporti con alcuni gruppi delle tifoserie ultras del Palermo.

Foto © Imagoeconomica

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