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di AMDuemila
"Alla fase preparatoria degli attentati di Capaci e via D'Amelio a Palermo c'era il padre Francesco e non Matteo Messina Denaro. Anche perché il padre è morto nel 1998 a seguito di un infarto. E quindi questo smentisce la tesi accusatoria secondo cui il padre si sarebbe ritirato in quanto soffriva di una grave malattia. Matteo Messina Denaro non era presente alle riunioni e quindi non diede il suo assenso per le stragi. Essendo vivo il padre, lui non aveva titolo né per parteciparvi e neanche per esprimere un eventuale consenso". E' quanto hanno affermato gli avvocati Giovanni Pace e Salvatore Baglio, difensori di Matteo Messina Denaro, nella loro arringa difensiva nel processo che si celebra a Caltanissetta che vede il boss di Castelvetrano (Tp) accusato come mandante di entrambe le stragi. Nei giorni scorsi il procuratore aggiunto nisseno, Gabriele Paci, aveva chiesto l'ergastolo. La prossima udienza del processo è stata fissata il 9 settembre.

Fonte: ANSA

In foto: Francesco Messina Denaro, a sinistra, con il figlio Matteo, a destra

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