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La Dia di Napoli ha eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di 11 persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, di concorrenza illecita, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento personale, fatti aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso e per aver favorito il clan dei Casalesi, fazione Russo-Schiavone. Le indagini si sono concentrate su un'importante articolazione imprenditoriale, strutturalmente legata al gruppo Russo-Schiavone, fazione del clan dei Casalesi e facente capo a una storica figura apicale, Mario Iavarazzo. Quest'ultimo, condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso, è considerato fino al 2010 il detentore della cassa del clan dei Casalesi, con compiti di distribuzione degli stipendi agli associati e di controllo delle estorsioni e delle attività economiche svolte dal sodalizio. Dalle indagini è emerso che Iavarazzo, dopo la sua scarcerazione nel maggio 2015, aveva ripreso ad operare nel settore pubblicitario, facendo ricorso anche alla forza di intimidazione del clan nei confronti dei concorrenti.

AdnKronos

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