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Trent'anni dopo l'eccidio per mano di Cosa nostra, un documentario in produzione diretto da Davide Lorenzano restituirà la memoria di un valoroso ma dimenticato servitore dello Stato.

L'Abbraccio è la prima opera audiovisiva sulla storia di Antonino Saetta, Presidente della Corte d'Appello a Palermo, di anni 65, e del figlio Stefano, di anni 35. Entrambi vittime di un efferato agguato di mafia teso lungo la strada statale 640, in direzione Palermo, la notte del 25 settembre 1988. Così Saetta fu il primo giudice giudicante assassinato dalla mafia, chi emise le sentenze dei processi per gli omicidi del magistrato Rocco Chinnici e del Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile. E chi avrebbe dovuto presiedere il famoso Maxiprocesso di appello alla mafia.

Prodotto da Cristian Patanè e Giuseppe Manfrè, la fotografia è di Daniele Ciprì, le musiche del compositore Bruno Bavota, la voce narrante dell'attore Gaetano Aronica. In collaborazione con Rai Teche, Istituto Luce, Filmoteca Regione Siciliana e l'Archivio storico ANSA. Con il contributo di Banca Mediolanum e Cantina Milazzo - Terre della Baronia, e ancora di Lions Club Canicattì Castel Bonanno, UniTre Canicattì e Club delle Mamme Canicattì. Con il sostegno della Palermo Film Commission e Giffoni Film Festival. Con il patrocinio del Comune di Palermo e del Comune di Canicattì.

La trama esplorerà la vita del magistrato spaziando al legame padre-figlio, attraverso l'elaborazione di pregevoli ricostruzioni nel linguaggio della graphic novel animata realizzati dallo Studio di produzione di Palermo Grafimated. Il film si rivolgerà perciò non soltanto ad un pubblico maturo e consapevole ma anche al target giovane e curioso. Una comunicazione pluridirezionale e innovativa che ha già incassato l’interesse del pubblico e degli enti chiamati a parteciparvi. Un'opera audiovisiva elegante ed "emozionale", doverosa e necessaria, di memoria e impegno, che inquadra una storia sconosciuta, raccogliendo l'opportunità, nel 30° anniversario dall'episodio di sangue, di poterla storicizzare.

Filmati d'epoca, documenti d'archivio, le immagini delle teche Rai: il documentario, in fase di realizzazione, distribuito prossimamente da Elenfant Film in rassegne e festival, conterrà inoltre interviste a familiari e ad amici di casa Saetta e a personalità autorevoli dalla magistratura e dal giornalismo che saranno svelate prossimamente. Le riprese, appena avviate, comprendono Canicattì, città natia del giudice, Palermo, Caltanissetta e Roma Capitale, con la fotografia curata dall'occhio esperto del già David di Donatello Daniele Ciprì ("Vincere", "È stato il figlio", "La buca", ecc) – reduce del successo de Il primo Re e La paranza dei bambini – in una rappresentazione cinica ma romantica, a stretto contatto con Lorenzano, già autore e regista del docufilm indipendente Il Giudice di Canicattì. Rosario Livatino, il coraggio e la tenacia ora sugli schermi di Rai Storia.

«Finalmente si realizza l'agognato progetto: raccontare all'ampio pubblico una storia drammatica, struggente. Sorprendentemente dimenticata. Se la mafia rimuove fisicamente un uomo scomodo, e con lui un giovane figlio, talvolta l'indifferenza collettiva finisce per rimuovere ciò che resta dell'esperienza umana e della statura morale. Così la memoria di Antonino e Stefano Saetta è finita come polvere sotto un tappeto. Rendere questo servizio pubblico, riportando alla luce questa vicenda, è un dovere ma anche un privilegio. Una scrittura verace, un'inchiesta giornalistica comunicata con un documentario, in un'alchimia cinematografica» è la nota del regista Davide Lorenzano.

«Ho incontrato Davide per la prima volta a Giffoni nel 2017. Mi parlò di questo progetto con gran fervore e subito si accese in me un forte senso di appartenenza. Il suo intento era quello di restituire un'immagine del giudice Saetta attraverso un linguaggio non solo giornalistico: per il regista è stato importante indagare l'aspetto umano che contraddistingueva la figura emblematica del giudice e il rapporto viscerale con il figlio Stefano. Per questo ho costruito una compagine di collaboratori che potessero restituire al film una visione narrativa cinematografica che spaccasse il cuore attraverso le emozioni. – È il commento di Cristian Patanè, produttore per Bridge Film – Non è stato facile individuare e coinvolgere i partner privati e pubblici che ora ci accompagnano in questa avventura. Quello tra me e Davide è stato un lavoro di profonda sinergia e ascolto che ci è costato non poca fatica».

«Storie come quelle di Antonio Saetta andrebbero sempre raccontate, per non dimenticare mai come sia necessario combattere per la verità e smuovere le coscienze. Se non facciamo niente, non siamo niente e sono orgoglioso di prendere parte ad un progetto ambizioso e sincero come quello di Davide Lorenzano, un giovane documentarista che le nuove generazioni, e non, dovrebbero ascoltare» ha raccontato il compositore e polistrumentista partenopeo Bruno Bavota.

«Desidero esprimere il più sentito apprezzamento per il progetto cinematografico denominato "L'Abbraccio". Manifesto ammirazione per la scelta della tematica indicata, che nel contribuire a tenere viva la memoria dei tragici fatti storici che hanno contraddistinto per lungo tempo la nostra terra, rappresenta altresì un'occasione di promozione della cultura della legalità, anche tra le giovani generazioni». È la dichiarazione del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

In foto: Fabrizio Di Giovanni dal set allestito al mercato di Ballarò a Palermo

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