Agrigento. Era pronto anche a fare uccidere bambini per imporre il suo ruolo di boss di Agrigento. Dall'operazione Kerkent, coordinata dalla Dda di Palermo, emergono i contorni criminali spietati della figura di Antonio Massimino da tempo impegnato, secondo gli investigatori, a costruire una rete di incontri e di relazioni con altre "famiglie" mafiose. Il suo obiettivo era quello di esercitare un "accurato controllo del territorio" anche attraverso forme di interferenza nelle attività economiche. E per questo Massimino sarebbe stato pronto ad "autorizzare la commissione di delitti" per affermare la sua "capacità di intimidazione che gli derivava dal ruolo apicale all'interno del sodalizio mafioso". Massimino era stato già indagato nel 2016 per tentativi di estorsione ai danni di un imprenditore edile agrigentino. La sua posizione è ancora al vaglio della magistratura mentre il suo presunto complice, Liborio Militello, è stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione.
Negli atti dell'inchiesta viene messa a fuoco la "tracotanza criminale" di Massimino che si sarebbe spinto a minacciare di morte un altro affiliato allo stesso gruppo e a prospettare l'eventualità di "uccidere bambini pur di affermare la propria autorevolezza criminale".

ANSA

ARTICOLI CORRELATI

Operazione Kerkent, in manette il nuovo capo della famiglia mafiosa di Agrigento

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos