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pa ballaro c paolo bassaniIl nuovo business dei clan nigeriani: la terribile “Krokodil” che in Russia è già una emergenza fra i giovani
di Salvo Palazzolo
Hanno iniziato a spacciare la droga che arriva dall’est fra via Ballarò e via del Bosco. È la “Krokodil”, una sostanza potente, venduta a pochi euro, che iniettata in vena ha effetti devastanti sugli organi interni e corrode la pelle: in Russia, dove è stata creata, si vive già un’emergenza per il crescente consumo fra i giovani, in Italia sono stati registrati ancora pochi casi. E per Palermo, purtroppo, non è una novità.
A marzo, avevamo raccontato di una partita di “Krokodil” spacciata fra i palazzoni ghetto di viale Giuseppe Di Vittorio, nella grande periferia dello Sperone. Una partita che era diventata subito un caso fra i signori della droga, perché era arrivata attraverso canali non ufficiali, ovvero percorsi di approvvigionamento al di fuori dal controllo della famiglia mafiosa della zona, quella di Villagrazia. E sembra che qualcuno, vicino alle cosche, sia pure intervenuto per bloccare quella droga che rischiava di scuotere il mercato con effetti devastanti. Ora, invece, la “ Krokodil” rispunta a Ballarò, nell’ambito della rete di spaccio della mafia nigeriana che è fortissima fra i vicoli del mercato, tanto che rifornisce anche i boss di Cosa nostra.
Ma che ci fa la droga che arriva dall’est nelle mani dei clan nordafricani? Raccontano che la prima partita, quella spacciata allo Sperone, sia stata commercializzata da un gruppo di ucraini. Chissà che fine hanno fatto. Magari sono gli stessi che hanno piazzato la roba a Ballarò ai nigeriani. Ma poi davvero gli spacciatori legati a Cosa nostra sono così estranei al nuovo traffico della droga che costa pochissimo e sta facendo realizzare incassi altissimi ai trafficanti di mezza Europa? Una cosa è certa, lo Sperone e Ballarò sono distanti solo sulla cartina di Palermo, perché c’è un mafioso di rango che ha sempre tenuto unite queste due zone nel nome degli affari di droga: Antonino Lauricella, “ u scintilluni”, uno degli scarcerati eccellenti degli ultimi mesi. Passa le sue giornate ai “cancelli”, come chiamano la zona fra via Sperone e via Mariano Campo. Una presenza autorevole nella grande periferia che è ormai il supermarket della droga a cielo aperto. Come Ballarò, dove di recente la squadra mobile ha arrestato due intere famiglie che vivevano con i proventi della droga.
Dice don Cosimo Scordato, che da quarant’anni si impegna per il riscatto del cuore del centro storico, l’Albergheria: "Nei nostri quartieri, è diffusa l’idea che vendere la droga sia una sorta di lavoro, quasi non ci si rende conto che vuol dire invece far parte di un circuito criminale gestito da mafie anche internazionali". È preoccupato, don Cosimo per il crescente aumento dei traffici criminali fra la sua Albergheria e Ballarò. "Siamo di fronte a un decadimento della qualità della vita - dice - E parlo non solo di chi vende la droga, ma anche di chi l’acquista. Sono sicuro che le forze dell’ordine sono impegnate in un’azione importante di repressione, noi invece continuiamo la nostra azione con i giovani, per provare ad offrire modelli alternativi" . Ieri, dieci ragazzi dell’Albergheria che frequentano il doposcuola della Chiesa di San Francesco Saverio sono stati in gita al bosco della Ficuzza. "Quanti altri giovani sono invece coinvolti in affari di droga?". Don Cosimo invita la città a non sottovalutare quanto avviene nel centro storico. "La questione droga riguarda tutti".
Ma, intanto, il mercato di Ballarò è già diventato un laboratorio criminale dove si è ormai consolidato un equilibrio quasi perfetto. Raccontano che pochi giorni fa, un giovane del Mali è stato picchiato da alcuni spacciatori nigeriani solo perché aveva difeso un’amica dopo alcuni pesanti apprezzamenti. Ha avuto la colpa di reagire. E due spacciatori palermitani sono andati in difesa dei “colleghi” nordafricani. Quando si dice una grande intesa. Ma sono soprattutto altre le alleanze da approfondire: gli uomini forti del mandamento mafioso di Porta Nuova, quello che governa la zona di Ballarò, sono altri due scarcerati eccellenti, Gregorio Di Giovanni e Giuseppe Corona.

La Repubblica edizione Palermo

Foto © Paolo Bassani

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