di AMDuemila
"Prendo atto delle ultime dichiarazioni rilasciate dalle Istituzioni Locali, in merito alla revoca della protezione garantita a me e la mia famiglia. Ribadisco quanto dichiarato nella nota stampa da me divulgata ieri, - dichiara Ignazio Cutro, testimone di giustizia dopo le dichiarazioni del Prefetto Caputo al giornale "Grandangolo"- e cioè che la tutela di cui godeva la mia famiglia è stata revocata, dovranno spostarsi da soli. Verrà garantita la sola vigilanza generica radio-collegata. La tutela di cui godevo io, di terzo livello con auto blindata è stata diminuita al quarto livello di rischio. Non ci sarebbero nemmeno più le telecamere a proteggere e monitorare la casa in cui abita il testimone con la famiglia: "le telecamere installate presso la mia abitazione e monitorate dalle FF.OO verranno rimosse - ha infatti scritto Cutrò el comunicato - in quanto mi è stato chiesto ufficialmente se volevo acquistare l’intero sistema, per permettere la continuità di questo tipo di protezione, ma come ho risposto loro, non posso permettermelo, e quindi saranno rimosse". Alla luce di questa situazione Cutrò ha fatto una scelta netta: "Per quanto riguarda la mia tutela di quarto livello, la rifiuto, per come ho già annunciato nel comunicato stampa di ieri. La mia famiglia non ha più tutela, se vogliono colpire me, ancora protetto da due carabinieri, colpiscono la mia famiglia senza protezione. Preferisco fare da esca senza scorta, e morire io, che far ammazzare i miei familiari".
Una situazione che dovrebbe scuotere la protesta della stessa cittadinanza, basta guardare i volti sconvolti di Cutrò e i famigliari intervistati dal Tg5 per comprendere la drammaticità della decisione presa dalle autorità competenti. Un imprenditore che ha denunciato gli estrsori fin dal primo momento e che è conosciuto nella stampa e nell'attivismo antiracket per il suo grande impegno in difesa dei diritti di tutti i testimoni di giustizia, oggi rimasto senza protezione.
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