Palermo. “Alla buonora direi. E’ un atto doveroso perché quelle dichiarazioni sono talmente gravi che non potevano passare inosservate. Quando furono pubblicate dissi subito che il minimo che la Procura di Firenze potesse fare era riaprire le indagini. Credo che anche Caltanissetta e Palermo dovrebbero prestarvi attenzione, sempre che già non lo abbiamo fatto…”. A dirlo all’Adnkronos è l’ex pm antimafia, Antonio Ingroia, commentando l’apertura di un’inchiesta a Firenze sui mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993, che vede nuovamente indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Un fascicolo aperto, dopo l’archiviazione nel 2011, a seguito delle intercettazioni del boss mafioso, Giuseppe Graviano, depositate agli atti del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia.
“Quelle dichiarazioni - dice adesso Ingroia - rimandano a un rapporto tra Cosa nostra e Berlusconi che merita un approfondimento. Non si possono accogliere parole simili come un atto di fede, l’attendibilità di Graviano va verificata e l’unico modo per farlo è aprire un’indagine”. Insomma per l’ex pm oggi avvocato non è possibile che su questa vicenda restino delle zone d’ombra. “Berlusconi - aggiunge - è tornato in piena attività politica, è stato determinante per l’approvazione della legge elettorale. E davanti a questo suo rinnovato impegno non si possono lasciare punti interrogativi”. E a chi parla di giustizia a orologeria indicando l’imminenza delle elezioni in Sicilia? “La Procura di Firenze non ha certo aperto oggi il fascicolo - spiega -, è la notizia a essere uscita oggi. Al di là di ogni illazione possibile, comunque, il punto è un altro: quelli raccontati da Graviano sono fatti veri o no? L’unico organo legittimato a dare una risposta a questo interrogativo è la magistratura che deve indagare. E’ un atto doveroso”.
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Mafia: Ingroia, inchiesta Firenze? Alla buonora… atto doveroso
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