di Giuseppe Cassarà
C’è un tratto comune che unisce Mauro Rostagno e Alberto Castiglione, regista de “La rivoluzione in onda”, documentario sulla vita e sul lavoro del giornalista ucciso da Cosa Nostra presentatonei giorni scorsi all’Albergo delle Povere. E’ una passione incondizionata, che ha spinto il regista palermitano a intraprendere un viaggio, iniziato nel 2007, e che lo ha portato nel cuore di una storia quasi dimenticata.
Mauro Rostagno ha lasciato la sua Torino nel 1960, vivendo molteplici vite che lo hanno condotto, tra l’altro, a creare il movimento politico Lotta Continua e, arrivato in Sicilia nella metà degli anni ‘80, a fondare Radio Tele Cine (RTC), telegiornale trapanese in cui, con linguaggio schietto e potente, ha continuato la sua missione giornalistica di denuncia del malaffare politico, attirandosi le ire di Cosa Nostra, che lo uccide in un agguato nella notte del 26 settembre 1988, a 46 anni. Devono passare 20 anni prima che Castiglione entri nella redazione di RTC, ridotta a un cumulo di macerie. Qui, nella polvere, sono conservate le registrazioni, le interviste, le testimonianze raccolte da Rostagno nel corso del suo lavoro, un’eredità che nessuno aveva pensato di raccogliere anche nei momenti immediatamente successivi all’omicidio.
Solo grazie al lavoro e alla pazienza di Alberto, della sorella di Mauro, Carla Rostagno, e al contributo del Centro Regionale per l’Inventario della Filmoteca Regionale Siciliana, il materiale è stato riorganizzato e oggi può nuovamente dare voce a Mauro. Il risultato è la cronaca di due viaggi, quello di Mauro nel cuore della città di Trapani raccontato dai filmati recuperati, e quello di Alberto, che raccoglie testimonianze su questa vita straordinaria. C’è da sperare che il film, che al momento non ha una distribuzione, possa incontrare un pubblico più vasto, per esempio nelle scuole italiane; si tratta infatti di un lavoro importante dal punto di vista sia umano che storico, che strappa all’oblio una figura che l’assessore ai Beni culturali Carlo Vermiglio non ha esitato a definire “un eroe dei nostri tempi”, da cui trarre un prezioso insegnamento sul risveglio delle nostre coscienze, sull’educazione alla legalità e alla giustizia come la intendeva Mauro, semplice, leggera, ma mai banale. “E’ la leggerezza di chi sta incessantemente inseguendo un sogno”, afferma Carla Rostagno, presente al battesimo del film e che lotta contro la commozione, “il sogno di permettere a tutti di vivere una vita che possa definirsi tale”.
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