“Ninetta Bagarella non era a Corleone”
di AMDuemila
"Ninetta Bagarella, il giorno della processione incriminata, non era a Corleone. E' andata a Parma, dove il marito è detenuto, e non è ancora tornata in paese. Quindi è impossibile che, come scrive la stampa, fosse al balcone a guardare un inchino che non c'è mai stato". Lo ha detto il sindaco di Corleone Lea Savona che smentisce la presenza della moglie del capomafia a Corleone, domenica scorsa, giorno in cui, secondo quanto raccontato dai giornali, durante la processione in occasione della festa di San Giovanni Evangelista la vara con la statua del santo si sarebbe fermata per un omaggio sotto la casa del padrino. “Hanno scritto che la Bagarella sorrideva compiaciuta al balcone - prosegue il sindaco - ma a noi risulta che non fosse qua. E' l'ennesima falsità strumentale che contribuisce a dare un'immagine falsa del paese". "I cittadini - aggiunge - sono infuriati e mi chiedono di tutelare l'immagine di Corleone. Per questo farò un esposto all'Ordine dei giornalisti e alla Procura contro chi racconta cose non vere".
Intanto la discussione si sposta sul social Facebook dove è Maria Concetta Riina, figlia del boss detenuto al 41 bis, a chiedere le scuse dei giornalisti in quanto la notizia sarebbe “totalmente falsa”. “Chi scrive queste cose infangando il paese, dovrebbe solo vergognarsi", ha scritto. La Riina, in un precedente post, aveva sostenuto che la madre, Ninetta Bagarella, alla quale l'omaggio sarebbe stato destinato, il giorno della processione non era in paese.
E a dire la sua, sempre su FB, è stato anche il marito della Riina, Tony Ciavarello, insorto contro la decisione, presa dopo le polemiche sull'omaggio, di non fare svolgere le manifestazioni religiose per San Luca, patrono di Corleone. “Quando a un paese vengono tolte le sue antiche tradizioni - ha detto - è finito. E questo per una falsa notizia diffusa da sciacalli senza scrupoli".
Se da una parte c’è chi attacca il dirigente sindacale Dino Paternostro, responsabile della Legalità per la Cgil Palermo (colpevole di aver postato l’articolo), e il giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo (autore dello stesso), c’è anche chi esprime la solidarietà. "Siamo vicini a Paternostro e a Palazzolo. E chiediamo - dichiarano il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo e il segretario della Cgil di Corleone Cosimo Lo Sciuto - che si faccia tutta la chiarezza possibile sui contorni della vicenda denunciata dalle forze dell'ordine e riportata sulla stampa perché non restino margini di dubbi. Lo chiede la parte sana della città di Corleone".
E per chiarire alcuni aspetti sul fatto sempre su FB Palazzolo ha scritto: “Riepilogando: la processione di San Giovanni si ferma davanti a casa Riina, in via Scorsone, i rappresentanti di polizia e carabinieri prendono le distanze dal gesto e si allontanano, scrivendo poco dopo nelle loro relazioni di servizio che al balcone erano presenti le sorelle Ninetta, Matilde e Manuela Bagarella. Poi, vanno in chiesa e identificano il confrate che ha suonato la campanella, facendo fermare la processione. È un cugino di secondo grado di Ninetta Bagarella. Una informativa viene inviata alla procura di Termini e alla Dda di Palermo. Queste le circostanze segnalate dalle forze dell'ordine”.
Caso processione a casa Riina, anche il sindaco entra nella polemica
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