Sarà inorridito, come noi, San Giovanni Evangelista davanti alla “sua” genuflessione per Ninetta Bagarella, moglie e sorella di boss mafiosi, assassini, che hanno usato migliaia di chili di tritolo contro la popolazione inerme in tutta Italia.
Non sono i siciliani che non cambiano, è l’Italia intera che non cambia.
Lo abbiamo visto in questi giorni dal 20 maggio 2016 in avanti, giorno in cui il Tribunale di Appello di Firenze ha depositato la motivazione di sentenza per Tagliavia Francesco, motivazione nella quale per la seconda volta una Corte di giustizia scrive che “trattativa ci fu fra cosa nostra e lo Stato”, nel vano tentativo di fermare le stragi sulla pelle dei nostri figli.
Plauso alle forze dell’ordine che sono uscite dalla processione scandalo di Corleone, ma ancora non ci siamo, non si vuole capire che con la mafia non si tratta e quel che è peggio oggi la Signora Riina, moglie di uno stragista e sorella del capo del gruppo di fuoco di Brancaccio, sarà gongolante, ma ci auguriamo e auspichiamo con tutta l’anima la raggiunga la nostra disperazione, perché prima o poi l’avremo quella verità che suo marito si tiene per se affinchè la sua famiglia sia ossequiata e quel giorno il sudiciume mafioso dalle Alpi alla Sicilia piaccia o no a Ninetta Bagarella finirà.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Gerorgofili
Ass. Georgofili: ''Inorriditi dell'inchino del santo per la moglie di Riina''
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