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ilardo luigiIl processo sul delitto
di Laura Distefano
La collaboratrice di giustizia ha parlato anche dei suoi rapporti con la sorella di Maurizio Zuccaro, imputato nel processo, e la moglie di Nino Santapaola.

Catania. Protagonista dell'ultima udienza del processo sull'omicidio di Luigi Ilardo, ucciso nel 1996, è stata Palma Biondi. La moglie di Eugenio Sturiale è uno dei volti femminili tra i collaboratori di giustizia catanesi. Collegata in video conferenza la donna ha risposto alle domande del pm Pasquale Pacifico e dei difensori dei cinque imputati: Maurizio Zuccaro, Giuseppe Piddu Madonia, Benedetto Cocimano e Enzo Santapaola (figlio di Salvatore nrd). Due sono stati gli argomenti cuore dell'esame e controesame della Biondi: cosa vide la notte e i giorni prima del delitto del vice responsabile provinciale di Cosa nostra nissena e i suoi rapporti con alcune donne della famiglia Santapaola.

Sul primo punto, la donna ha confermato alcuni dettagli già raccontati dal marito Eugenio Sturiale in dibattimento. Alcuni giorni prima del delitto Santo Patanè, autista dei coniugi, suonò al citofono e salì in casa per avvertire la coppia che nei paragi della loro abitazione aveva vista Santo La Causa, Maurizio Signorino e Benedetto Cocimano. Patanè, però, durante la sua audizione ha smentito questa circostanza. Il pm Pacifico infatti si è riservato di chiedere alla Corte un confronto tra Sturiale e Santo Patanè, che altri non è uno degli uomini di fiducia di Roberto Vacante, arrestato qualche settimana fa nell'inchiesta Bulldog.

Palma Biondi racconta che dopo quell'episodio che aveva messo in allarme il marito, un paio di giorni dopo rientrando a casa ha notato personalmente la presenza di alcuni componenti del gruppo di fuoco di Maurizio Zuccaro: Maurizio Signorino, Benedetto Cocimano e Pietro Giuffrida. Con loro - che erano su due scooter - ha notato anche Santo La Causa. Inoltre ha visto anche parcheggiata la Ford Escort bianca che sapeva essere di Benedetto Cocimano. La Biondi è precisa su questo dettaglio: si è accorta della presenza di queste persone dopo che Patanè l'aveva accompagnata a casa. Precisamente era stata lasciata all'angolo tra via Martino Cilestri e corso Italia: durante il tratto di strada per raggiungere il portone avrebbe visto i quattro.

Arriviamo al 10 maggio 1996. Il marito non è rientrato alle 21. Condizione necessaria visto che Eugenio Sturiale era sottoposto a sorveglianza speciale. Una decina di minuti dopo le 21 sente alcuni colpi di pistola, fortunatamente suo marito pochi istanti dopo sale a casa e le racconta cosa aveva visto. Sturiale sarebbe stato testimone oculare del delitto: e sono state proprio le sue dichiarazioni a dare il là all'inchiesta che ha portato al processo in corso. Palma Biondi con la scusa del cane scende in strada e vede il corpo di Luigi Ilardo sull'asflato. Già era arrivata la polizia. I difensori - in fase di controesame - hanno chiesto dettagli precisi alla teste. Quanto asserito dalla collaboratrice conferma infatti la versione del marito: ed è importante capire per i legali degli imputati se informazioni raccontate in dibattimento sono di conoscenza diretta o apprese attraverso il consorte Eugenio Sturiale.

I rapporti con le donne dei Santapaola. Palma Biondi racconta che era molto vicina alla sorella di Maurizio Zuccaro, Mariella. E grazie a questo rapporto avrebbe frequentato molte volte la casa dell'imputato Zuccaro. Il difensore su questo punto chiede di descrivere l'abitazione del suo assistito. La Biondi dice che a casa di Zuccaro non vi era qualcosa di particolare come un pappagallo imbalsamato come quello che aveva notato da Orazio Privitera. La pentita afferma anche di aver avuto rapporti con altri componenti della famiglia Santapaola. Tra le sue amiche di conversazione ci sarebbe stata anche Santina Rapisarda, moglie di Nino Santapaola. E le due donne - precisa la Biondi - parlavano "di cose di malavita".

catania.livesicilia.it

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