Villalba. Sono passati 90 anni dalla nascita e più di 30 dalla morte di Pippo Fava, il giornalista catanese assassinato dalla mafia. Ma la memoria non ha bisogno di anniversari a cifra tonda per compiere il suo scopo, non occorre avere un pretesto per parlare di chi è un eroe, di chi ha vissuto lottando per la verità, di chi come lui in un sera come tante, il 5 gennaio del 1984, veniva ucciso con cinque colpi di pistola calibro 7,65 alla testa dai membri del clan mafioso dei Santapaola. Da quel giorno, da quell’attimo un calvario contro il depistaggio, la calunnia, la menzogna tanto nemica di Pippo Fava, e l’amarezza e la solitudine delle vittime collaterali della mafia: i familiari. Oggi sul luogo dove è stato assassinato il giornalista de I Siciliani ci sono due lapidi, una semplice (forse fin troppo) e l’altra più calorosa firmata da “Gli studenti di Catania” uniti per ricordare un uomo massacrato da Cosa Nostra per amore della sua terra, della libertà e della verità: un eroe moderno.
Un legame indelebile unisce da più di 35 anni Pippo Fava e Villalba, perché alla fine degli anni ’70 il giornalista andò nel piccolo paesino nisseno per girare il documentario televisivo sulla Storia della mafia intitolato “Da Villalba a Palermo” e impressa nella memoria locale rimane una splendida immagine di lui seduto su una panchina vicina alla piazza attorniato da alcuni bambini villalbesi, che grazie a chi c’era o a chi si ricorda (se non ci sono errori, ancora in modo incompleto), dovrebbero essere: in piedi: Giampiero Lumia; Calogero Alessi; Antonio Maida; Giuseppe Civiletto; Filippo Immordino; Giuseppe Lombardo/Piero Annaloro (?). Seduti sulla panchina con Fava: Salvatore Saia; Enzo Territo; Antonio Lupo (?), l’anziano Vincenzo Favata, e (?). Seduti a terra: Salvatore Macaluso e (?).
Oggi, nel 90esimo anniversario dalla nascita, anche Villalba ha il suo “monumento silenzioso” che ricorda Giuseppe Fava, quel monumento è una semplicissima panchina che in un giorno qualsiasi lo vide attorniato dagli innocenti, dai bambini della speranza, la speranza del sano cambiamento indirizzato alla vera legalità, alla vera onestà come a dire “io ho fiducia in loro”.
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