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1Settimana della memoria “Non ti scordar di me” nel 29° anniversario della strage di Pizzolungo
3 aprile 2014
Un’area con i giochi per bambini, un imponente mosaico murale a tema biblico realizzato dai detenuti e una dedica speciale come tributo ai valori della legalità e della non violenza.
È stato inaugurato stamattina il nuovo spazio famiglia della Casa circondariale di Trapani intitolato ai fratellini Giuseppe e Salvatore Asta e alla madre Barbara, vittime accidentali dell’attentato col quale il 2 aprile 1985 a Pizzolungo la mafia tentò di colpire il giudice Carlo Palermo.
L’iniziativa, promossa dalla direzione del carcere e dall’associazione Euro, rientra nella settimana della memoria “Non ti scordar di me” patrocinata dal Comune di Erice e sostenuta dall’associazione Libera in occasione del 29° anniversario dell’eccidio.
“Abbiamo voluto creare un’ambientazione accogliente per gli incontri tra i reclusi e i loro familiari – sottolinea Renato Persico, direttore del penitenziario – riqualificando il cortile interno e facendone uno spazio di vita condivisa e di riflessione, in ricordo2 due bambini e di una mamma ai quali invece la vita fu tragicamente strappata via dalla violenza mafiosa. Sono stati coinvolti nel progetto alcuni detenuti attraverso un approccio collettivo al quale sempre ci ispiriamo e che consiste nel dare loro obiettivi comuni da raggiungere attraverso l’aiuto reciproco, ponendo le capacità e le energie individuali al servizio del gruppo”.
Hanno partecipato alla cerimonia Margherita Asta, sorella di Giuseppe e Salvatore, il sindaco Giacomo Tranchida, il comandante Giuseppe Romano in rappresentanza del direttore Renato Persico (assente per altri impegni istituzionali) e il comandante provinciale dei Carabinieri, Fernando Nazzaro.
Donata al carcere una foto-ritratto dei gemellini. Dopo il taglio del nastro Margherita Asta ha voluto donare al carcere l’ingrandimento di una foto che ritrae i gemellini Giuseppe e Salvatore con la madre Barbara. “Questa intitolazione ha per me un valore molto particolare – ha detto – perché è bello immaginare che Giuseppe e Salvatore possano sempre essere al fianco dei bambini durante gli incontri con i genitori e che la presenza dei miei fratellini possa accompagnare i padri e le madri verso un percorso di recupero e i figli verso un percorso di verità e giustizia”.
3Il muro della rinascita: arte dagli scarti. La quinta scenica del nuovo spazio famiglia è un’imponente raffigurazione, su una parete perimetrale di circa 4 metri per 20, di una scena a sfondo biblico tratta dal libro di Isaia.
L’hanno realizzata otto detenuti della sezione “protetti” dopo un corso di artigianato artistico di 600 ore organizzato all’interno della struttura carceraria dall’associazione Euro di Palermo e finanziato con circa 80 mila euro della Regione e del Fondo Sociale Europeo nell’ambito del progetto I.SO.LA. TP.    
“Al di là del suo grande impatto visivo e cromatico – dice Eugenio Ceglia, direttore dell’associazione Euro – questa opera collettiva ha un fortissimo significato simbolico. Per i contenuti che rappresenta e per la complessità della sua realizzazione, esprime perfettamente il senso del trasmettere ai detenuti in carcere competenze che possono essere messe a frutto immediatamente o in un futuro fuori dalle mura e che possono realmente contribuire al recupero della persona. Presto avvieremo un progetto analogo anche col ramo femminile dell’istituto”.
Sotto la guida dell’insegnante Vito Lombardo, i detenuti sono riusciti a comporre un coloratissimo mosaico esclusivamente con materiali di risulta e di scarto – in gran parte frammenti di mattonelle – a cui hanno dato una nuova vita.
4Il passo di Isaia scelto affronta il tema della rinascita attraverso la giustizia e la pace tra gli “opposti”, come suggerito figurativamente dalla vicinanza serena tra il lupo e l’agnello o tra la pantera e il capretto. Al centro del murale, così come nel testo, si trova un fanciullo che suonando il flauto doma un grande serpente, incarnazione del male.
L’area giochi per i bambini. Dal murale allo spazio antistante, la metafora dei figli come principio di verità e pacificazione trova continuità nell’ampia area allestita con giochi per i bambini, alcuni dei quali donati dal Kiwanis Club di Erice.
Nei giorni di visita i figli dei detenuti avranno a disposizione dondolo, scivolo, altalene e un piccolo “castello incantato”. Lo spazio famiglia è dotato anche di un gazebo con tavoli e sedie per la conversazione.

Foto in alto da sinistra: Enza Milazzo (tutor del corso di artigianato artistico),
Vito Lombardo (docente e progettista del murale), l’ispettore Maurizio Santo, Margherita Asta, il comandante Giuseppe Romano ed Eugenio Ceglia (direttore dell’associazione Euro)

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