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scarantino-vincenzoda seguonews.it - 19 novembre 2013
“Vincenzo Scarantino, prima della ritrattazione di Como, diceva che la dottoressa Annamaria Palma aveva architettato tutto”. Lo ha detto, deponendo al processo Borsellino quater in corso a Caltanissetta, l’ispettore di Polizia Luigi Catuogno che si occupava della tutela del picciotto della Guadagna nel periodo in cui era collaboratore di giustizia. Il teste rispondendo alle domande degli avvocati Fabio Repici, Vania Giamporcaro e Flavio Sinatra, ha detto che più volte Vincenzo Scarantino aveva affermato “che con la strage Borsellino non c’entrava nulla”. Nel corso della deposizione, Catuogno ha anche riferito di aver saputo da Scarantino “che conosceva Spatuzza perchè avevano fatto affari assieme. Credo – ha detto il teste – che lo chiamasse ‘Asparinò”.

Prima di Catuogno sul pretorio è salito Don Giovanni Neri, parroco di Marsaglia, nel modenese. Il sacerdote, che aveva assunto in parrocchia, Rosario Scarantino, ha riferito di averlo visto più volte parlare con il fratello Vincenzo prima della ritrattazione di quest’ultimo a Como nel novembre del 1998. “Rosario – ha sostenuto il prete – ce l’aveva con la dottoressa Boccassini che l’aveva fatto condannare per droga e sosteneva che Riina era una brava persona”.

Don Neri, che ha escluso di avere avuto rapporti con apparati dei servizi segreti, ha poi ricordato come, dopo avere appreso dell’intenzione di Vincenzo Scarantino di ritrattare abbia informato la polizia: “L’ho detto all’ispettore Antonio Castaldo che informò i Pm di Caltanissetta dell’intenzione di ritrattazione di Vincenzo Scarantino. Per questo quando ci fu l’udienza a Como i pm già lo sapevano e Scarantino rimase sorpreso”. L’ultimo teste a deporre è stato il funzionario di polizia Luca Burriesci, che nel 1992 aveva frequentato il castello Utveggio di Palermo. Il teste ha ricordato come, “pochi giorni dopo la strage di via d’Amelio, il dottore Genchi mi chiese se avessi notato qualcosa di strano all’Utveggio e se avessi visto movimenti di apparecchiature elettroniche, ma dissi che non avevo notato mai nulla di strano fatte eccezione per un furgone della manutenzione telefonica che una volta mi aveva bloccato l’auto”.

A causa di ristrettezze economiche la Corte d’assise è stata costretta a far slittare a maggio la prevista trasferta romana per ascoltare i collaboratori di giustizia fissata per febbraio. Il processo riprende giovedì prossimo.

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In foto: Vincenzo Scarantino in una foto d'archivio

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