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15 maggio 2012
Roma. Ci sono altre persone che potrebbero raccontare la verità sulle stragi, a parte i capimafia? Ci sono anche insospettabili che sanno? «Sì, tanti. Più di quanti voi possiate immaginare». È quanto afferma in un'intervista al settimanale 'Oggì, in edicola da domani (anche su www.oggi.it), Ferdinando Buceti, vicequestore della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) di Caltanissetta. E sulla presenza di talpe nella scottante inchiesta sulle stragi, Buceti spiega: «C'è stata un'inchiesta anche interna: avevamo avuto la percezione che qualcuno si interessasse alla nostra indagine. Ma mai all'interno della squadra è venuta meno la fiducia». Il vicequestore della Dia parla anche dell'agenda rossa di Borsellino, scomparsa: «Ho visto quelle immagini decine e decine di volte... La legge ci impone di avere delle certezze, delle prove e noi non sappiamo nè possiamo dire a chi è stata portata quella borsa. Non sappiamo se è stata aperta... possiamo solo immaginarlo. Abbiamo acquisito foto e filmati girati quel 19 luglio dalle tv pubbliche e private». «Grazie agli esperti che abbiamo interpellato -aggiunge- possiamo dire con certezza che le fiamme si sono sprigionate dopo l'intromissione del soggetto (l'allora capitano dei Carabinieri Giovanni Arcangioli, uscito dall'indagine, ndr) che ha rimesso a posto la borsa di Paolo Borsellino... ma non possiamo dire a chi è stata portata nè se qualcosa è stato prelevato».

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