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15 maggio 2012
Palermo. Mille email saranno inviate oggi dalla fondazione Progetto Legalità a tutti i rappresentanti politici per sollecitare l'approvazione di una legge intitolata a Paolo Borsellino che preveda una maggiore punibilità del reato di voto di scambio previsto dal 416 ter. L'auspicio è che, nel ventennale delle stragi di mafia, il governo se ne faccia promotore insieme a parlamentari, associazioni antimafia e società civile. All'iniziativa, presentata al Palazzo di Giustizia di Palermo, ci sono il procuratore capo Francesco Messineo, il presidente del tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta, il magistrato Antonio Ingroia, il professore Costantino Visconti, e Manfredi Borsellino, figlio del giudice ucciso nel 1992 in via D'Amelio. Il magistrato Giovanbattista Tona, presidente della giunta distrettuale Anm di Caltanissetta, ha ricordato che la proposta di legge, 'economicamente a costo zerò perchè inviata via mail, dà concretezza alla preoccupazione di Paolo Borsellino manifestata nel 1989 agli studenti di Bassano del Grappa. Qui il giudice aveva fatto presente la difficoltà per la magistratura di punire il voto di scambio. «La mafia è un arsenale dove oggi si usano molto di meno le armi e molti di più gli accordi», ha detto oggi Tona. Il testo del 416 ter verrebbe cosi riformulato: «La pena stabilita dal primo comma dell'articolo 416 bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416 bis in cambio della promessa di denaro o di altre utilità per sè o per un terzo».
L'iniziativa segue l'invio di una lettera al premier Mario Monti e al ministro della Giustizia Paola Severino nella quale si chiede, inoltre, di accogliere le proposte di 'manutenzione urgente del nuovo codice antimafià elaborate dalla fondazione legalità in memoria di Paolo Borsellino insieme al dipartimento Dems e all'università di Palermo, già avanzate il 19 gennaio. «I politici in passato hanno fatto ricorso all'alibi giudiziario per deresponsabilizzare l'impegno di rigore nei confronti del crimine organizzato - ha detto il magistrato Gaetano Paci, presidente della fondazione Legalità - e ancora oggi si aspetta che una sentenza diventi definitiva per dire che quella persona non è degna di ricoprire quella carica pubblica. Ma il problema oggi è ancora presente anche per l'inadeguatezza della nostra legislazione. Ci troviamo di fronte a una battaglia di proporzioni immani, e poichè il nostro Paese non ha ancora raggiunto un livello accettabile di efficienza, la nostra proposta va in questa direzione». «Il ventennale delle stragi non può fermarsi solo al ricordo, ma deve essere anche un momento di contrasto alla lotta alla mafia - ha detto il pm Nino Di Matteo, presidente della giunta distrettuale Anm di Palermo - Il salto di qualità definitivo ci sarà solo con un cambio di rotta che possa creare le condizioni per recidere il perverso rapporto tra mafia e politica che, finora, non ha mai comportato il verificarsi di responsabilità politiche».

ANSA


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