8 maggio 2012
Catania. Si terrà domani, davanti al Gup Marina Rizza, l'udienza preliminare sull'imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio al presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e a suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa. L'udienza, che non sarà decisiva, fa seguito alla decisione del Gip Luigi Barone di non accogliere l'archiviazione proposta dalla Procura per i fratelli Lombardo e di disporre l'imputazione coatta per i due esponenti politici. L'inchiesta è uno stralcio dell'operazione Iblis, il nome del Diavolo in arabo, scattata il 3 novembre del 2010 con decine di arresti tra esponenti di spicco della mafia di Catania, imprenditori e uomini politici. Le posizioni del governatore Raffaele Lombardo e di suo fratello Angelo creano una diversificazione di vedute nella Procura tra chi vorrebbe chiedere il loro rinvio a giudizio e chi, invece, lo stralcio del fascicolo. È questa linea che passa, forte della sentenza della Cassazione su Calogero Mannino. Il capo d' imputazione è derubricato in reato elettorale e comincia un processo davanti al Tribunale monocratico. Allo stesso tempo la Procura chiede l'archiviazione del fascicolo per concorso esterno, ma il Gip Barone fissa un'udienza camerale e dispone l' imputazione coatta. In 60 pagine di motivazioni, tra l'altro, il giudice scrive sia da escludere che per 10 anni Cosa nostra abbia investito su un partito, il Mpa, sul suo leader e su suo fratello, accettando, dopo ogni competizione, di ricevere nulla in cambio e continuando a stipulare ancora accordi nelle successive elezioni.
ANSA