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27 marzo 2012
Palermo. La Direzione investigativa antimafia (Dia) di Agrigento ha sequestrato un patrimonio, valutabile in oltre 5 milioni di euro, riconducibile a Calogero Guarneri, 63 anni, imprenditore, già condannato con sentenza definitiva per mafia, è ritenuto a capo della «famiglia» di Canicattì (AG). Tra i beni sequestrati, una fattoria con allevamento di animali, immobili, numerosi terreni e imprese operanti nel settore delle costruzioni.
Il provvedimento di sequestro dei beni riconducibili a Calogero Guarneri, di Canicattì (Ag), ha riguardato immobili situati nelle province di Caltanissetta e Agrigento, in particolare 24 terreni, per un'estensione di circa 40 ettari, comprendenti una fattoria con allevamento di ovini, equini, caprini e bovini; distese di frutteti, vigneti e seminativi; fabbricati; quattro imprese operanti nel settore delle costruzioni, movimento terra e confezionamento di conglomerati cementizi, tutte con sede a Canicattì. Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di Agrigento, su proposta del sostituto procuratore Salvatore Leopardi, della Procura di Palermo, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vittorio Teresi. Guarneri, ritenuto il capo della famiglia di Canicattì dopo l'uccisione del cugino Diego, avvenuta il 14 ottobre 2000, era stato arrestato nel marzo 2004, nell'ambito dell'operazione denominata 'Alta mafià, che fece luce su un intreccio tra criminalità mafiosa e contesto politico-economico nell'Agrigentino. Guarneri è stato poi condannato, con rito abbreviato, per associazione mafiosa, a otto anni e la corte d'Appello di Palermo, con sentenza del gennaio 2007, ha rideterminato la pena, divenuta definitiva, a sei anni. La Dia di Agrigento è riuscita a dimostrare, con complesse indagini di carattere tecnico-patrimoniale, la sperequazione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati, ritenendo l'intero patrimonio accumulato nel tempo frutto di attività illecita.

ANSA

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