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14 marzo 2012
Trapani. Il collaboratore di giustizia Francesco Di Carlo, deponendo oggi in Corte di Assise a Trapani, nell'ambito del processo per l'omicidio di Mauro Rostagno, avvenuto a Valderice la sera del 26 settembre 1988, ha detto di aver saputo da Giuseppe Giovanni Caffrì, che il delitto del giornalista - sociologo era un «fatto nostro», una decisione, ha spiegato, «presa all'interno di Cosa Nostra». Caffrì, cognato di Andrea Di Carlo (fratello del pentito), fu assassinato nelle campagne di Altofonte il 30 agosto 1996. Il collaboratore, ma questa è, comunque, una sua deduzione, ha detto che «se Rostagno non fosse stato ucciso da Cosa Nostra, dopo il suo omicidio, sarebbero stati gli stessi mafiosi a cercare gli autori». Per il delitto Rostagno due sono gli imputati: il boss di Trapani, Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante del delitto, e Vito Mazzara, indicato come uno degli esecutori materiali del delitto.

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