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8 marzo 2012
Caltanissetta. «La trattativa tra mafia e Stato è avvenuta, e Borsellino lo sapeva». Lo ha confermato il procuratore aggiunto di Caltanissetta, Domenico Gozzo, nel corso della conferenza stampa sui nuovi arresti per la strage di via D' Amelio scaturiti dalle rivelazioni del pentito Spatuzza. «De Donno ci riferì - ha aggiunto il Pm - che la notizia sulla trattativa era stata riferita al dott. Ferraro del ministero di Grazia e giustizia, allo stesso ministro Martelli e al presidente del Consiglio dei ministri. Quindi i più alti vertici dello Stato sapevano della trattativa che all'inizio non venne comunicata all'autorità giudiziaria. Peraltro il colonnello Mori all'epoca sentì anche l'on. Folena, deputato in Sicilia e responsabile del settore giustizia del Pds». «È chiaro che si voleva fermare le stragi - ha osservato Gozzo - Borsellino aveva appreso della trattativa con lo Stato nel pomeriggio del 28 giugno '92; l'1 luglio venne sentito in merito il pentito Gaspare Mutolo alla Dia di Roma». Il Pm ha sottolineato che Borsellino si mostrò contrario alla trattativa: «Ne parlò con la moglie Agnese, riferendole dei dialoghi tra esponenti infedeli dello Stato e Cosa nostra. Inoltre le raccontò della presenza di un 'traditorè». All'epoca Gaspare Mutolo raccontò alla Dia che Riina era contento per come stava andando la strategia stragista «ma disse anche che Riina si rabbuiò - ha ricordato Gozzo - perchè c'era un ostacolo alla trattativa, che evidentemente era costituito da Borsellino. A quel punto fu organizzata in breve tempo la strage di via D'Amelio».

ANSA

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