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22 febbraio 2012
Palermo. Per non destare sospetti, i boss imponevano il pizzo con un nuovo metodo di taglieggiamento, ogni settimana viene imposto ai commercianti l'acquisto di tagliandi della lotteria al prezzo di novanta euro a blocchetto. Un modo per nascondere l'imposizione del pizzo dietro un'attività clandestina ma molto popolare a Palermo e di guadagnare anche 9.000 euro a settimana. Ma la lotteria di Cosa nostra è stata scoperta dai Carabinieri del Nucleo operativo di Palermo che all'alba di oggi ha eseguito cinque arresti. I cinque arrestati sono accusati di estorsione aggravata dall'avere agevolato la mafia. L'inchiesta che ha portato alle misure cautelati, emesse dal gip Nicola Aiello, è la prosecuzione di una indagine della dda coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dai pm Caterina Malagoli e Francesco Grassi, nata nel corso della ricerca dell'aspirante boss Gianni Nicchi. L'indagine, che due anni fa consentì di ricostruire l'organigramma del clan dei Pagliarelli, oggi ha portato all'individuazione del gruppo di estortori che ha taglieggiato per anni una pasticceria palermitana. A partire dal 2007, come spiegano gli inquirenti, i proprietari dell'attivita« commerciale sono stati costantemente sottoposti alla pressione del racket e costretti a versare, oltre a rate fisse a Natale e Pasqua, denaro per le famiglie dei carcerati e a fornire ai boss prodotti della pasticceria anche per 750 euro. Alcuni commercianti taglieggiati hanno collaborato congli inquirenti, denunciando i propri estorsori.

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