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10 febbraio 2012
Caltanissetta. I periti medico-legali Vito Milisenna, Pasquale Guzzo e Felice Di Buono hanno confermato oggi in aula che Totò Riina è in grado di intendere e di volere e può essere processato normalmente pur soffrendo del morbo di Parkinson e di problemi di cuore. I tre consulenti ieri mattina sono stati ascoltati dalla Corte d'Assise d' Appello di Caltanissetta (presidente Andreina Occhipinti, consigliere Giovanni Tomaselli) nel corso del processo per alcuni delitti di mafia commessi fra l'82 e il '92 nell'ennese e hanno esposto gli esiti della perizia redatta dopo aver visitato Totò Riina, attualmente detenuto nel carcere di Milano Opera. E stamani Salvatore Riina, 81 anni, era collegato con l'aula «Costa» del Palagiustizia di Caltanissetta e ha chiesto, tramite gli avvocati difensori Flavio Sinatra e Luca Cianferoni di non essere fotografato o ripreso; il boss si trovava nella saletta del carcere di Opera ed era vestito con un maglione marrone e indossava anche un berretto di lana per proteggersi dal freddo. Attraverso il suo avvocato il boss ha detto di essere «un capro espiatorio» e che «sono altri i responsabili». Sotto processo ci sono anche i boss Giuseppe «Piddu» Madonia di Vallelunga e Gaetano Leonardo di Enna, assieme ai presunti affiliati alla mafia di Enna Giacomo Sollami e Pietro Pernagallo, accusati a vario titolo degli omicidi di Giovanni Mungiovino, Giuseppe Cammarata e Totò Saitta. I figli di Giovanni Mungiovino sono parte civile con l'avvocato Renata Accardi, mentre gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Impellizzeri, Rosita La Martina, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Ruben Giorgio Tosi e Luca Cianferoni. La Corte, su richiesta della difesa, ha inoltre disposto un accertamento per verificare se il capomafia nisseno Angelo Palermo, l'ex luogotenente del boss Madonia Ciro Vara oggi pentito e Pietro Pernagallo siano stati detenuti assieme ad Enna e se avevano possibilità di incontrarsi e parlare. Il pentito Vara ha infatti affermato che Palermo, in carcere, gli avrebbe indicato Pernagallo confidandogli che si trattava dell'autore del delitto Saitta. A metà marzo è prevista la requisitoria del sostituto procuratore generale Franca Imbergamo.

ANSA

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