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24 gennaio 2012
Palermo. Beni per un valore complessivo di oltre un milione di euro sono stati sottratti dalla Direzione investigativa antimafia di Agrigento a due imprenditori, ritenuti vicini a Cosa nostra. In particolare, sono stati confiscati i beni riconducibili a Biagio Smeraglia, 49enne, imprenditore di Ribera, e sequestrati quelli dell'imprenditore di Favara Pasquale Alaimo, di 43 anni. I due sono ritenuti vicini alle cosche agrigentine, il primo alla famiglia mafiosa Capizzi di Ribera, Alaimo a quella di Favara detta «code piatte». Alaimo, favoreggiatore all'epoca della loro latitanza di Giuseppe Falsone e Maurizio Di Gati, è in atto detenuto per associazione mafiosa, con sentenza della Corte d'Appello di Palermo del maggio 2011, essendo stato condannato a 13 anni di reclusione. I provvedimenti di sottrazione beni sono stati emessi dal Tribunale di Agrigento, su proposta della Dda di Palermo. Tra i beni vi sono immobili, conti correnti, veicoli, polizze assicurative, quote di società ed altro.

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