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23 dicembre 2011
Palermo. Dopo l'arresto del boss latitante Bernardo Provenzano, nell'aprile 2006, un quotidiano aveva pubblicato la notizia secondo cui il figlio maggiore del boss 'rivalè Totò Riina, Giovanni, vedendo arrivare il padrino nel cercare di Terni avrebbe commentato: 'Questo sbirro qui l'anno portato?'. Ma la notizia era falsa. A confermarlo, oggi in aula, è l'ex dirigente del Dap, Sebastiano Ardita, ascoltato al processo a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Fu Massimo Ciancimino a raccontare il falso episodio ad un giornalista. E sempre Ciancimino junior aveva confessato ai magistrati che si sarebbe trattato di un falso scoop e la 'drittà gli sarebbe arrivata da un rappresentante dei Servizi segreti. Ardita, rispondendo alle domande dei pm Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, ha ricordato quei momenti ribadendo che ci poteva essere l'interesse di qualcuno a non sistemare Provenzare nel carcere di Terni, l'unico attrezzato per i detenuti di questo calibro. Provenzano venne poi trasferito, ma dopo un anno, dopo un'ulteriore notizia diffusa «anch'essa sostanzialmente falsa», come ha spiegato Ardita. «Si era parlato di una torta consegnata a Provenzano per il suo compleanno, in realtà si trattava di una crostatina piccola confezionata del Mulino bianco...». Sempre Ardita ha parlato di un suo carteggio con la polizia penitenziaria in cui il Gom avrebbe fatto pressioni per trasferire il boss a L'Aquila, ma il Dap non seguirà questa indicazione perchè a L'Aquila «erano detenuti i boss Giuseppe e Salvatore Madonia, personaggi di spessore di Cosa nostra. Quindi, alla fine decidemmo di tenere Provenzano a Terni». Nell'udienza di oggi l'ex dirigente del Dap Ardita ha parlato anche della lettera con cui, nel giugno del '93, alcuni famigliari di detenuti al carcere duro si rivolsero all'ex capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro, per chiedere di attenuare il regime del 41 Bis. «La lettera, ha detto Ardita- era indirizzata ad una serie di soggetti che poi, direttamente o indirettamente, sarebbero stati oggetto di attentati: da Maurizio Costanzo al Papa, al vescovo di Firenze, città poi scossa dalle bomba dei Georgofili. Stranamente questa lettera non era stata classificata ed era archiviata senza che le fosse stato dato alcun peso». Infine, Ardita, durante la sua audizione ha parlato anche di contatti tra l'ufficio del Dap e l'ex Sisde, i Servizi segreti.«Risultano contatti tra il Sisde e l'ufficio ispettivo del Dap -ha deto Ardita- ma non conosco i contenuti di questi rapporti, so però che era un rapporto notorio. Il prossimo a sedersi sul pretorio per rispondere alle domande dei pm sarà l'ex ministro dell'Interno Vincenzo Scotti, il 20 gennaio 2012.

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