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13 dicembre 2011
Palermo. Con l'accusa di tentata estorsione e illecita concorrenza aggravata i Carabinieri di Palermo hanno arrestato Baldassare Migliore, 44 anni, già coinvolto nell'operazione antimafia 'Perseò che portò in carcere un centinaio di pesunti mafiosi. L'attività investigativa è stata coordinata dal Procuratore Aggiunto, Antonio Ingroia e dai pm Marcello Viola e Vania Contrafatto. Le indagini hanno preso il via dalla denuncia presentata dai responsabili dei cantieri per la costruzione del centro commerciale Ipercoop di Borgo Nuovo, nell'aprile del 2008, quando vari atti intimidatori e danneggiamenti avevano colpito un'impresa di Agrigento subentrata nell'esecuzione dei lavori di movimento terra e di edificazione del complesso commerciale di Torre Ingastone. L'attenzione investigativa si è subito concentrata su Baldassare Migliore, impegnato a garantire i lavori di movimento terra in via esclusiva alla propria impresa. In particolare, l'impresa individuale «Ediltransport» di proprietà di Migliore avrebbe dovuto svolgere le attività di movimento terra per conto della società «Palermo Recuperi». Tuttavia dopo l'assegnazione dei primi lavori di sbancamento, la «Ediltransport» era stata estromessa per il mancato rispetto di alcune clausole contrattuali, subentrando l'azienda agrigentina «Europa Costruzioni». Per questo Migliore si è recato presso il cantiere dove «minacciava gli operai presenti, intimando loro di allontanarsi, per affermare l'esclusività della sua impresa nella conduzione dei lavori», spiegano gli inquirenti. Nei giorni successivi l'impresa subentrante ha subito e denunciato gravi danneggiamenti a due automezzi e ad una motopala, con contestuale ritrovamento di bottiglie incendiarie inesplose. Contestualmente le indagini patrimoniali svolte dall'Arma hanno consentito di attribuire la reale titolarità della «Palermo Recuperi s.r.l.» a Francesco Francofonti, arrestato nel maggio del 2009 nell'ambito dell'operazione denominata «Cerbero» per associazione mafiosa, e ad Antonino Vernengo, arrestato nel gennaio 2007 per associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione denominata «U Pullieri». In particolare gli accertamenti hanno permesso di appurare che dal 2001 in poi le quote e gli incarichi societari dei due vengono formalmente attribuiti, con vari e successivi passaggi, prima a congiunti e poi a persone terze tra cui in ultimo ad una società «Arcade s.r.l., pur rimanendo Francofonti e Vernengo i reali titolari della »Palermo Recuperi«. Per questo il Gip ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca dell'intero capitale sociale ed immobiliare dell'azienda ritenendo i passaggi societari sopra indicati, effettuati immediatamente dopo l'avvio di attività investigative nei confronti degli stessi, finalizzati ad eludere l'adozione di provvedimenti contro i loro patrimoni, illecitamente accumulati. Nell'ambito dell'operazione sono stati notificati gli avvisi di garanzia anche nei confronti dei singoli e formali soci della »Palermo Recuperi«, ritenuti responsabili di aver agevolato le operazioni di attribuzione fittizia di quote societarie al fine di evitare l'applicazione di misure patrimoniali, Rosa Francofonti, figlia di Francesco, Giuseppa Provenzano, moglie di Vernengo e Angela Carusa.

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