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L'attenzione su quanto sta accadendo ai Campi Flegrei è massima. Dobbiamo guardarci da previsioni scientificamente non supportate che travalicano i limiti di quanto possiamo dire al momento sull'evoluzione della situazione". Così Andrea Billi, geologo dell'Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr, dopo la scossa di magnitudo 4.0 che ha colpito la zona flegrea nella serata di lunedì 2 ottobre. Il terremoto è evidentemente legato allo sciame sismico in corso, uno sciame, aggiunge Billi, "il cui esito ultimo non possiamo prevedere. Possiamo rifarci agli scenari del passato che conosciamo e che comprendono estremi come le grandi eruzioni dei Campi Flegrei, così come le crisi sismiche degli '60-70 e degli anni '80. Ma si tratta di un ventaglio di opzioni: questa situazione potrebbe portare a nulla oppure potrebbe portare anche a eventi eruttivi molto violenti. Esiste chiaramente un monitoraggio molto attento da parte dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sia dei sismi che dei gas, che vengono studiati in tempo reale, per capire se cambia qualcosa, per comprendere se arrivano elementi più profondi che ci possono far pensare ad una possibile imminente maggiore criticità".


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Andrea Billi © Imagoeconomica


Ieri mattina, nel catanzarese si è registrato un terremoto di magnitudo 3.2 nella zona di Amato. Il sisma è avvenuto alle 6.30 ad una profondità di 24 chilometri ed è stato localizzato dalla Sala Sismica INGV-Roma. Poche ore fa, invece, è stata registrata una scossa a Bergamo. L'epicentro è stato registrato in provincia, nel paese di Comun Nuovo. La magnitudo è di 3.0 e al momento non risultano danni. In alcuni comuni sono state evacuate le scuole in attesa dei sopralluoghi dei vigili del fuoco. Contemporaneamente altre due scosse di terremoto sono state registrate questa mattina nella zona dei Campi Flegrei. La prima scossa, di magnitudo 1.7, si è verificata alle 10.18 con epicentro localizzato dall'Osservatorio Vesuviano nei pressi della Solfatara. La seconda scossa, di magnitudo 2.6, è stata registrata alle 10.46 con epicentro sempre nei pressi della Solfatara a una profondità di 3 km. Anche in questo caso non si registrano al momento danno a persone o cose. Resta evidente, però, che lo sciame sismico – in particolare quello nel partenopeo – è tutt’ora in corso.

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