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Il gruppo Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia e Provincia intende comunicare ai cittadini le proprie dimissioni dalla Consulta Provinciale per la Legalità di Reggio Emilia.

Siamo volontari e la nostra storia è fatta di lunghi chilometri percorsi sul territorio provinciale per portare quel patrimonio di consapevolezza e conoscenza tra le persone, maturato in questi anni sul tema della presenza mafiosa sul nostro territorio.
Siamo abituati alla concretezza e a lavorare sodo.

Alla Consulta abbiamo aderito con convinzione.
Credevamo che questa struttura potesse generare una forte spinta tesa ad affrontare un vero percorso culturale sul tema del contrasto alla criminalità organizzata, proprio in virtù della qualità dei soggetti coinvolti al tavolo e nei gruppi tematici e anche per le dichiarazioni fatte dai vari rappresentanti istituzionali.

La fase nuova.
Col passare dei mesi (e degli anni!), abbiamo però capito che il passaggio alla “fase nuova”, come disse l’allora presidente della Provincia Manghi, consisteva nell’attendere la partenza di un vecchio autobus, però senza autista e senza una destinazione precisa.
Dal 2018 ad oggi solo 7 incontri, troppo pochi se pensiamo che la nostra regione è stata classificata come Distretto di mafia dal Procuratore Generale della Corte di Appello di Bologna Lucia Musti.
Il fulcro di questo distretto è la nostra provincia, dove nel suo capoluogo si è celebrato un maxi-processo e dove è stato sciolto per mafia il primo comune dell’Emilia Romagna, Brescello.

Un problema di governance.
Alla Consulta manca una segreteria organizzativa e una figura dedicata a facilitare le comunicazioni tra i partecipanti e la messa in rete delle idee; inoltre non è stato mai redatto un verbale e le poche proposte esterne che sono state fatte, come ad esempio quella della CGIL di invitare il Procuratore Paci e il Prefetto Rolli al tavolo, sono cadute nel vuoto più assoluto.
Così è stato per la nostra richiesta di convocazione urgente della Consulta a seguito delle gravi recenti dichiarazioni del candidato a sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, fatte a Reggio Emilia in presenza di una consigliera comunale di maggioranza.
Questo denota l’investimento piuttosto scarso che è stato fatto in questi anni su questo organismo, spinto forse da un’idea approssimativa e confusa su come affrontare il tema nel nostro territorio? Oppure da un’idea molto chiara e precisa su come deve funzionare una Consulta? Chissà...

Sperpero di un patrimonio di cultura e conoscenza.
I gruppi di lavoro sono rimasti al palo, nonostante l’impegno profuso di qualche referente esperto. Infine la costituzione della Cabina di Regia Ristretta per facilitare il lavoro e il confronto, si è verificata un inutile e fallimentare tentativo di rilanciare un lavoro che non è mai partito.
Siamo dispiaciuti perché le premesse per fare un buon lavoro c’erano tutte a partire dal comitato scientifico composto da figure del calibro di Stefania Pellegrini, professore associato di Sociologia del diritto e del corso "Mafie e antimafia" all’Università di Bologna, ed Enzo Ciconte, studioso dei fenomeni di infiltrazioni mafiose al nord, consulente per la Commissione parlamentare antimafia (cfr. portale Comune di Reggio Emilia), oltre ovviamente a tutti i validi rappresentanti del tavolo.
La nascita dello Sportello Legalità e Giustizia del Comune di Reggio Emilia, che noi di Agende Rosse abbiamo accolto con interesse, pur non essendo stato frutto del lavoro della Consulta. Pensavamo portasse quel dinamismo necessario tra i componenti, ma il problema della mancanza di coordinamento da parte del Comune è evidente.

A cosa servono Commissioni e Consulte?
Per cercare di governare i fenomeni o per dare l’idea all’opinione pubblica che qualcosa si sta facendo?
In questa Consulta volevamo esserci per lavorare insieme, spinti dalla necessità e dal desiderio di costruire un “noi”, insieme alla comunità dei cittadini, lavorando per loro e insieme a loro.
Ne usciamo, anche da qui, come testimoni di quello che per noi è un fallimento ma sereni e certi di aver dato il nostro contributo per cercare di cambiare le cose; certi anche di aver fatto il nostro dovere come Movimento antimafia e come cittadine e cittadini. Siamo convinti che la qualità e l’esperienza dei componenti del tavolo, sarà capace di cogliere le riflessioni e le critiche che abbiamo qui esposto con interesse costruttivo e onestà intellettuale. Buon lavoro a tutti e arrivederci sul campo.

Foto originale © Paolo Bassani

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