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In Piemonte, ad Alpignano, una bella e laboriosa cittadina, c’è una particolare attenzione alla memoria di Peppino e Felicia Impastato.
Nelle scuole, i ragazzi ne conoscono la storia nei particolari. I cittadini ne parlano tranquillamente, nelle strade di questo paese posto all’ingresso della meravigliosa e travagliata Val di Susa.
Giovanni Impastato è di casa ad Alpignano. Passa diverse giornate a coltivare la memoria del fratello e della mamma e a stimolare un impegno progettuale contro le mafie. Adesso è stato addirittura insignito della cittadinanza onoraria, per cui l’impegno, seppur da Cinisi, si fa ancora più intenso.
È un contesto voluto e animato dall’Associazione dei Calabresi, guidata dall’infaticabile Pasquale Lo Tufo, che ha voluto ribaltare l’idea dei meridionali supini o complici della ‘Ndrangheta.
La scorsa settimana, l’Associazione ha chiamato a raccolta l’intera comunità locale di Alpignano, con in testa il Sindaco Steven Palmieri, gli assessori e i consiglieri comunali, insieme alla Cgil e alle associazioni di Volontariato, per approfondire altre storie significative di vittime della mafia e stimolare scelte e azioni concrete.
In una partecipata assemblea, organizzata nel Circolo Bonadies, recentemente confiscato alla ‘Ndrangheta, è stata intitolata una sala a Felicia e Peppino Impastato, scoprendo un dipinto realizzato dall'artista Anna Maria Calvi. È stata poi raccontata, proprio dal fratello Pasquale, la storia di Graziella Campagna. Graziella era solo una ragazzina, quando è stata uccisa in Sicilia dalla brutalità di Gerlando Alberti Junior e del killer di fiducia della cosca, Giovanni Sutera. Entrambi passavano la latitanza scorrazzando indisturbati nella provincia di Messina.
Nell’occasione, è stato anticipato che la prossima volta l’attenzione si concentrerà sulla figura di Attilio Manca, eliminato da quella mafia barcellonese che ha protetto per anni la latitanza e le alte collusioni di Bernardo Provenzano.
Si è poi deciso di dedicare una scala dedicata alle vittime di mafia. La cerimonia si è svolta alla presenza dello stesso Pasquale Campagna e di Paola Caccia, figlia di Bruno Caccia, un magistrato di grande valore che è stato ucciso a Torino dal sistema mafioso collusivo della ‘Ndrangheta.
È una scalinata da salire lentamente, per la sofferenza che impregna ogni gradino, ai cui lati sono state poste delle mattonelle, realizzate dal Gruppo pittorico G. Pinzi, che riportano i nomi di alcune vittime di mafia. Ma è anche una scalinata bella da guardare, con occhi di speranza, mentre i ragazzi si soffermavano sugli scalini dipinti di tricolore per raccontare in prima persona, con la loro voce, le storie di chi ha dato la propria vita nella lotta alle mafie. Storia di vittime conosciute e di altre purtroppo dimenticate!
Ho trascorso due giorni insieme a questa vogliosa comunità, ai loro cittadini, ai Sindaci di Alpignano, di Caselette e di Collegno, al consigliere regionale Daniele Valle, Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, e alla segretaria generale della Camera del Lavoro di Torino Cgil Torino Enrica Valfrè, per costruire percorsi ben radicati di legalità costituzionale e di sviluppo sostenibile socialmente e ambientalmente.
Sono state giornate di memoria e di impegno, per fare in modo che boss del calibro degli Orsini possano essere individuati per tempo e rigettati dal corpo vivo della società.

Tratto da: facebook.com

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