Hamas ha iniziato la consegna del quinto gruppo di ostaggi alla Croce Rossa a Gaza. Ne dà notizia il Wall Street Journal che cita funzionari egiziani. Si tratta di dodici ostaggi rilasciati da Gaza e diretti verso il territorio israeliano. Dieci di loro sono israeliani, gli altri due invece stranieri. Questo gruppo è la conferma della nuova lista di ostaggi ricevuta oggi da Israele, nell’ambito dell’accordo sull’estensione della tregua per altri due giorni. Ostaggi che si sommano agli 11 liberati ieri, che hanno portato il totale a 51.
Dall’altra parte, l’autorità carceraria israeliana ha dichiarato che 33 detenuti palestinesi sono stati rilasciati “durante la notte” secondo i termini dell’accordo. Il rilascio ha portato a 150 il numero totale di detenuti liberati da Israele durante la pausa iniziale di quattro giorni dei combattimenti. Gli ultimi 33 rilasciati dagli israeliani sono donne e minori: il più giovane ha 14 anni. Nel frattempo, il ministero degli Esteri del Qatar ha affermato che sta lavorando per un cessate il fuoco permanente a Gaza e che “con certezza” 20 ostaggi sono pronti per essere liberati nelle prossime 48 ore (tra questi anche quelli comunicati da Hamas). “Stiamo lavorando per rafforzare il ruolo della mediazione del Qatar per raggiungere una tregua e poi il cessate il fuoco permanente – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Majed al-Ansari – le priorità della mediazione sono donne e bambini, poi i maschi civili ed i militari”. È possibile prolungare la tregua per ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, ma “non indefinitamente” perché l’obiettivo d’Israele rimane quello di impedire che Hamas possa nuovamente attaccare dalla Striscia di Gaza. Lo ha detto all’Adnkronos l’ambasciatore israeliano a Roma Alon Bar, parlando di una tregua che in tutto non potrà durare più di dieci giorni. Inizialmente di quattro giorni, la tregua è stata già prolungata di altri due. Secondo Bar “è possibile” vi sia un altro prolungamento, “dipende da Hamas”, in Israele “vi è un forte desiderio di molte persone di poter riabbracciare i loro cari”. “La nostra aspettativa è che tutti gli ostaggi vengano rilasciati, con priorità ai più giovani e gli anziani”, ma anche i soldati che sono stati rapiti. Tuttavia, sottolinea il diplomatico, il prolungamento “non può essere indefinito, deve essere limitato nel tempo”. “Il governo israeliano ha chiarito di non voler andare oltre dieci giorni dall’inizio della tregua, perché noi abbiamo due importanti missioni: liberare tutti gli ostaggi e far sì che Hamas non abbia più le capacità militari per attaccare Israele dalla Striscia di Gaza”, spiega Bar, pur non escludendo che il governo possa poi prendere altre decisioni bilanciando questi due obiettivi.
La tensione resta alta
Oggi sono esplosi tre ordigni nel nord della Striscia di Gaza in prossimità delle forze israeliane, “in contrasto con le intese per il cessate il fuoco”, ha riferito il portavoce militare di Israele. In uno di questi episodi, è stato aperto il fuoco contro i soldati, che hanno risposto all’attacco. “Alcuni soldati sono rimasti feriti in modo non grave”, ha precisato il portavoce. “In seguito ad una palese violazione da parte di Israele dell’accordo di cessate il fuoco nel nord della striscia di Gaza è avvenuta oggi una frizione tattica. I nostri combattenti hanno reagito a quella violazione”, ha risposto Hamas. “Noi siamo impegnati al cessate il fuoco fintanto che anche Israele lo sia. Facciamo appello ai mediatori affinchè premano su Israele per il rispetto di tutte le intese, in terra e in cielo”. Da qui le parole del capo di Stato maggiore israeliano che ha ribadito come “opereremo per riportare a casa tutti gli ostaggi”. Il ritorno di decine di ostaggi negli ultimi giorni “è un’ulteriore testimonianza (del successo, ndr) di una pressione militare significativa, unita ad una manovra terrestre possente e di qualità. L’esercito – ha aggiunto il generale Herzi Halevi – è pronto a continuare i combattimenti” al termine della tregua”.
Lo scenario internazionale
In questa tregua provvisoria continuano ad entrare aiuti umanitari dentro la Striscia. Mohamed Adnan Abu Hasna, portavoce dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, oggi ha confermato che “100 camion sono entrati nel nord di Gaza e che alcuni impianti di desalinizzazione dell’acqua sono stati riforniti di carburante”. “Le ambulanze sono in fila sperando di fare il pieno - ha detto -. Nel campo profughi di Nuseirat a Gaza, le persone fanno la fila davanti all’ultima stazione di servizio funzionante. I camion degli aiuti dovrebbero fornire gas a questa stazione poiché le persone usano la legna per cucinare e scaldarsi”. “Tuttavia - ha aggiunto - ogni giorno sono necessari almeno 200 camion per fornire beni di prima necessità alla popolazione di Gaza. Coloro che sono sfollati sono in cattive condizioni di salute e nei campi profughi ci sono segnalazioni di focolai di malattie”. Quanto ai “big” del mondo, continua a farsi sentire il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha affermato, in una telefonata con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che “Israele continua con noncuranza a violare il diritto internazionale, le leggi di guerra e i diritti umani e deve essere ritenuta responsabile per questi crimini davanti a un tribunale internazionale”. Durante il colloquio, Erdogan ha espresso le condoglianze per gli oltre 100 impiegati delle Nazioni Unite che hanno perso la vita durante gli attacchi di Israele contro la Striscia di Gaza e ha espresso apprezzamento per la visita di Guterres presso il valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto, riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara.
A Doha un incontro tra servizi segreti
Dopo la proroga di due giorni della tregua umanitaria tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, la diplomazia è al lavoro per estendere ulteriormente il cessate il fuoco. Tuttavia, secondo un funzionario israeliano, lo Stato ebraico non è disposto a estendere la tregua oltre domenica (per una durata totale di 10 giorni). Il capo dell'agenzia di intelligence israeliana (Mossad), David Barnea, il capo della Cia, William Burns, il primo ministro qatariota, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamel, si sono incontrati a Doha, in Qatar, per discutere dell'ampliamento del gruppo di ostaggi da rilasciare dopo il completamento dell'accordo attuale e sulla possibilità di una "tregua di più giorni" tra Israele e Hamas. Mentre proseguono i lavori attorno al tavolo dei negoziati, anche il processo di scambio di ostaggi israeliani detenuti dal gruppo islamista a Gaza e prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Israele continua. Alla fine dei sei giorni di tregua, è previsto il rilascio di 20 ostaggi israeliani in cambio di 60 prigionieri palestinesi. Nel frattempo, il ministero della Giustizia di Israele ha annunciato i nomi di 50 prigionieri palestinesi candidati al rilascio in caso di un'ulteriore estensione del cessate il fuoco in corso. Secondo quanto riferito dal quotidiano israeliano "Haaretz", l'elenco comprende Ahed Tamimi, una studentessa 22enne arrestata il 6 novembre scorso con l'accusa di incitamento alla violenza e sostegno al terrorismo. Circa 20 delle donne sulla lista sono cittadine israeliane.
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