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L’inviato di Repubblica dall’ospedale di Kherson: “Bitik era un mio grande amico, è una sofferenza atroce”

Il giornalista del quotidiano “La Repubblica”, Corrado Zunino, è stato ferito nella giornata di ieri a Kherson, nel Sud dell'Ucraina, mentre è rimasto ucciso il suo interprete Bogdan Bitik. Zunino, ferito alla spalla destra, si troverebbe all’ospedale di Kherson. "Abbiamo passato tre check-point, Bogdan ha parlato con i militari ucraini e ci hanno fatto passare senza problemi - ha raccontato Zunino al telefono con i colleghi di Repubblica -. Non era una zona di combattimenti. Poi siamo stati colpiti, ho sentito un sibilo e ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuoco. Ho corso fino a quando non ho incrociato un'auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all'ospedale di Kherson. Ho quattro ferite ma sono stato curato perfettamente. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva. Era un mio grande amico, è una sofferenza atroce”.
I due giornalisti che viaggiavano con la scritta “Press” sui loro giubbotti per farsi riconoscere, sarebbero stati attaccati da cecchini presumibilmente russi. Bitik - ha reso noto “La Repubblica” - lascia la moglie e un figlio. Il suo corpo, almeno per il momento, non può essere recuperato per la presenza ostile dei cecchini. Intanto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che l'ambasciata italiana a Kiev sta collaborando con le autorità ucraine per agevolare il ritorno di Zunino in Italia. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, oltre ad aver confermato il decesso di Bitik, ha anche ribadito di aver “contattato le forze militari” appena ha appreso la notizia per “ricevere tutti i dettagli del caso”.
Via Twitter è arrivato anche il messaggio di solidarietà del giornalista e saggista francese, Bernard-Henri Levy, autore del film “Why Ukraine” e del libro “Dunque, la guerra!”. “Solidarietà agli amici di Repubblica - ha scritto Levy -. Condoglianze alla famiglia di Bogdan Bitik. Coraggio a Corrado Zunino. Il primo è morto, e il secondo è quasi morto, perché stavano facendo uno dei migliori lavori al mondo: informare”.

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