Wang: "Presenteremo nostra proposta". Poi parla agli Usa: "Ci vedono come minaccia, ma sbagliano"
Una bozza di un accordo per la risoluzione del conflitto in corso fra Russia e Ucraina era stata stilata in occasione dei colloqui tenuti in Bielorussia e Turchia, ma "forze contrarie" alla pace ne hanno impedito la prosecuzione. Lo ha dichiarato il consigliere di Stato e direttore dell'Ufficio della commissione centrale per gli Affari esteri del Comitato centrale del Partito comunista cinese, Wang Yi, affermando che i delegati cinesi avevano potuto consultare il documento, ma questo fu bloccato. "Alcune forze non vogliono che i colloqui di pace si concretizzino. Non si curano della vita e della morte degli ucraini, degli effetti sull'Europa e potrebbero avere obiettivi strategici più ampi della stessa Ucraina", ha detto Wang, annunciando che Pechino intende presentare "qualcosa" per "facilitare il dialogo" fra le parti. "La posizione cinese è di promuovere la pace e il dialogo", ha detto Wang, annunciando che la Cina presenterà "un documento in cui illustrerà la sua posizione sulla soluzione politica della crisi ucraina. Questa guerra non può continuare".
Quindi il numero uno della politica estera cinese ha precisato che Pechino "è ferma dalla parte della pace e del dialogo". "E' necessario sostenere i principi della Carta dell'Onu e dare una possibilità alla pace", ha aggiunto, sottolineando che la proposta cinese enfatizzerà che l'integrità territoriale e la sovranità di tutti i Paesi devono essere rispettate. "Possiamo continuare a gridare le nostre posizioni alle conferenze internazionali come questa, ma io propongo di anche iniziare a pensare con calma, in modo particolare ai miei amici in Europa. Dobbiamo riflettere su quali sforzi possiamo fare per porre fine a questa guerra", ha affermato inoltre.
Nel discorso è stato anche ribadito che nella guerra in corso in Ucraina non è ammissibile l'uso di armi biologiche, chimiche o nucleari.
Il rapporto con gli Usa
Successivamente Wang ha parlato della recente crisi che si è aperta con gli Stati Uniti con l'abbattimento di un "pallone spia".
La "crisi del pallone" tra Usa e Cina "non mostra la forza ma la debolezza" dell'America, che ha una "valutazione errata" della Cina, dal momento che la vede come una minaccia, ha affermato parlando alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
Rispondendo a una domanda su come uscire dalla crisi con Washington innescata dall'abbattimento da parte Usa di un pallone-sonda cinese - ritenuto dagli Usa un pallone-spia, circostanza smentita da Pechino - nei cieli americani, Wang ha detto: "L'abbattimento del pallone è stato al 100 per cento un abuso della forza, una violazione delle pratiche comuni internazionali, in particolare della Convenzione di Chicago sull'aviazione civile internazionale. Non possiamo accettarlo". Questo episodio "non mostra che l'America è forte. Al contrario, mostra l'opposto. Invitiamo gli Usa ha non fare queste cose pretestuose solo per deflettere l'attenzione dai loro problemi interni. Chiediamo agli Usa di essere più sinceri, rettificando il loro approccio e valutare l'impatto negativo che queste misure hanno sulle relazioni Cina-Usa", ha proseguito Wang.
L'alto diplomatico ha affermato che l'enfasi americana sull'incidente del pallone ha come base un'"errata valutazione" rispetto alla Cina. Pechino, nel rapporto con gli Usa, vuole - ha continuato Wang - "rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione win-win". Ma "la risposta dagli Usa - lamenta l'ex ministro degli Esteri - è stata affermare che la Cina è una 'grave sfida geopolitica', una 'concorrente a lungo termine' e una 'minaccia' per gli Stati Uniti. Questa è una percezione sbagliata della Cina". Gli Usa utilizzano - ha detto ancora Wang - "ogni strumento per danneggiare e calunniare la Cina. E stanno cooptando altri paesi a fare la stessa cosa". Pechino, da canto suo, non ha "paura della competizione", ha detto ancora il diplomatico, ma vuole "una giusta competizione e basata sulle regole". Gli Usa, a dire di Wang, non sono d'accordo. Per esempio: il "Chips Act". Si tratta, ha detto ancora Wang, "al 100 per cento di protezionismo, al 100 per cento di egoismo, al 100 per cento di un'azione unilaterale". Ed "una seria violazione del libero commercio, delle regole dell'Omc". Washington deve capire - ha proseguito il diplomatico cinese - che "la modernizzazione di 1,4 miliardi di persone rappresenta un progresso per l'umanità e non capisco perché gli Usa stanno stoppando questo processo". Quindi, ha concluso, "noi vogliamo che la parte Usa assuma un approccio pragmatico e proattivo verso la Cina, lavorando con noi per tornare a rapporti bilaterali".
Successivamente è intervenuta anche la vice presidente americana Kamala Harris che nel suo intervento ha espresso la preoccupazione degli Usa per il sostegno della Cina alla Russia. "Naturalmente abbiamo visto anche nazioni come la Corea del Nord e l'Iran mandare armi in sostegno della brutale guerra russa - ha detto Harris - Ci preoccupa anche il fatto che Pechino abbia approfondito le sue relazioni con Mosca dall'inizio della guerra". Secondo la vice presidente, "qualsiasi passo della Cina per fornire un sostegno letale alla Russia non farebbe altro che premiare l'aggressione, continuare le uccisioni e minare ulteriormente un ordine basato sulle regole".