Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Aung San Suu Kyi, consigliera di Stato del Myanmar deposta dal golpe del primo febbraio 2021 e da allora agli arresti, ha ricevuto oggi un'altra condanna, la quinta: un tribunale militare l'ha giudicata colpevole di frode elettorale condannandola a tre anni di carcere e lavoro forzato. La leader birmana, premio Nobel per la pace nel 1991, era già stata precedentemente condannata per altri capi di imputazione, rispetto ai quali si è proclamata innocente, per un totale di 17 anni di reclusione. La prima condanna, per incitamento al dissenso e violazione dei protocolli Covid-19, a quattro anni poi ridotti a due, risale a dicembre. Altri quattro anni le sono stati inflitti a gennaio per importazione e possesso illegale di ricetrasmittenti. Ad aprile e ad agosto sono seguite altre due condanne per corruzione, rispettivamente a cinque e sei anni. I processi si svolgono a porte chiuse e la notizia, non ancora confermata dalle autorità di Naypyidaw, è stata resa nota alla stampa da fonti a conoscenza dell'iter processuale. La leader, 77 anni, è stata trasferita a giugno dagli arresti domiciliari a una struttura carceraria, e non ha potuto incontrare la nuova inviata speciale delle Nazioni Unite per il Myanmar, Noeleen Heyzer, in visita a Naypyidaw il mese scorso. Heyzer ha incontrato il capo della giunta militare al potere nel Paese, generale Min Aung Hlaing, al quale ha proposto "azioni pratiche per ridurre il livello di violenza, affrontare la crisi e consentire l'assistenza umanitaria, senza discriminazione, a tutte le persone bisognose", stando a un comunicato diramato dall'Onu. Heyzer, a nome del segretario generale Antonio Guterres, ha chiesto una moratoria su tutte le future esecuzioni (dopo quella recente di quattro attivisti pro-democrazia) e il rilascio di tutti i prigionieri politici. Heyzer ha ribadito anche l'appello alla cessazione immediata di ogni forma di violenza, al pieno rispetto dei diritti umani e all'accesso umanitario per tutte le persone bisognose. Quanto ad Aung San Suu Kyi, la diplomatica si è detta "profondamente preoccupata" dallo stato di salute della leader deposta nel febbraio del 2021, e ha fatto sapere di averne richiesto il ritorno a casa presto. Heyzer ha toccato anche il tema dei rifugiati rohingya che si trovano ancora in sovraffollati campi d'accoglienza del Bangladesh, sottolineando la responsabilità del Myanmar nell'assicurare "le condizioni necessarie a un ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile" dei profughi, oltre che il rispetto dei diritti della comunità musulmana.

Foto: it.depositphotos.com

ARTICOLI CORRELATI

Birmania: Aung San Suu Kyi condannata a 4 anni di carcere

Myanmar: morto in carcere dirigente del partito di Aung San Suu Kyi

Myanmar: al via processo a Suu Kyi, nuove incriminazioni

Myanmar: Suu Kyi incriminata per aver violato legge su importazioni

Golpe Myanmar: forze armate nominano nuova commissione elettorale

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos