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Il rischio di un ricorso alle armi nucleari è oggi maggiore rispetto al periodo più critico della Guerra Fredda: lo ha reso noto lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) in un comunicato diffuso stamane in occasione del suo nuovo rapporto annuale sul disarmo. "Sebbene ci siano stati alcuni miglioramenti significativi sia nel controllo delle armi nucleari che nel disarmo nucleare nell'ultimo anno, il rischio di utilizzo di armi nucleari sembra più alto ora che in qualsiasi momento, dall'apice della Guerra Fredda", ha affermato il direttore del Sipri Dan Smith. Le stime del Sipri suggeriscono che il numero totale di armi nucleari è leggermente diminuito (di 375 testate) a gennaio 2022 rispetto all'anno precedente, con gli arsenali che dovrebbero ancora crescere nel prossimo decennio. L'attuale calo è principalmente attribuibile alla Russia e agli Stati Uniti che stanno smantellando le testate più vecchie. Hans M. Kristensen, funzionario del programma di distruzione di massa delle armi del Sipri, ha detto da parte sua che ci sono "chiare indicazioni" del fatto che la tendenza alla riduzione degli arsenali nucleari dopo la fine della Guerra Fredda sia finita. Il Sipri ha avvertito anche che gli Stati dotati di armi nucleari stanno aumentando o aggiornando i loro arsenali, definendo questa tendenza "molto preoccupante".

Foto: it.depositphotos.com

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