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Si è dimesso, dopo diversi giorni di polemiche, un alto funzionario locale della polizia britannica, Philip Allott, che nelle settimane scorse - in un'intervista - aveva evocato la presunta mancanza di prudenza delle vittime fra le cause del proliferare dei femminicidi nel Regno Unito. In particolare riferendosi al caso di Sarah Everard, una 33enne rapita a Londra di sera per strada nel marzo scorso, per essere poi violentata e uccisa da un poliziotto di Scotland Yard fuori servizio, Wayne Couzens (nel frattempo condannato all'ergastolo), dopo essere stata tratta in inganno dall'agente-killer con la messa in scena di un arresto per la fantomatica violazione di restrizioni Covid allora in vigore. Commentando la vicenda, Allott aveva auspicato una maggiore "saggezza" di fronte ai pericoli della strada e aveva sostenuto che Sarah non avrebbe dovuto "sottomettersi" a un fermo evidentemente illegittimo. Parole denunciate da più parti come un modo per scaricare sulle vittime parte delle responsabilità delle violenze. Il funzionario - figura di nomina politico amministrativa in veste di Police Commissioner della contea del North Yorkshire - si è poi scusato per le sue affermazioni, ritrattandole e assicurando che esse non rappresentavano il proprio impegno per la sicurezza delle donne. Ma questo non è bastato a evitargli oggi una mozione di sfiducia in seno all'amministrazione locale della contea, seguita nel giro di ore dalla sua lettera di dimissioni. Faccio un passo indietro "onorevole" - ha scritto - per contribuire a "ripristinare la fiducia" nell’istituzione.

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