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Il giovane studente universitario è in cella da 13 mesi

Amnesty: “Italia s’impegni al massimo contro prosecuzione”

Da tredici mesi in carcere senza processo. Poche ore fa è arrivata una nuova doccia gelata sulle speranze di rilascio di Patrick Zaki, da febbraio dello scorso anno dietro le sbarre nel famigerato carcere di Tora. Le autorità egiziane hanno disposto il rinnovo della custodia cautelare - l'ennesimo - per altri 45 giorni. La notizia è stata confermata agli avvocati dell'Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l'ong egiziana con la quale Zaki collaborava. Già in altre occasioni l'udienza per il rinnovo della carcerazione del 29enne era stata anticipata e si era accesa la speranza di una sua imminente liberazione, poi puntualmente rimasta tale. Come ad esempio a fine dicembre, a seguito del rilascio di tre dirigenti dell'Eipr. Un segnale, si auspicava, che qualcosa si stesse muovendo. Niente di tutto ciò e Zaki, che frequentava l'Università Alma Mater di Bologna, continua a restare in prigione con l'accusa di propaganda sovversiva. "Patrick Zaki resterà in carcere per altri 45 giorni. Un accanimento crudele che deve finire subito. Patrick deve tornare a casa!”, ha commentato la notizia Amnesty Italia, mentre il suo portavoce, Riccardo Noury, ha parlato di "crudeltà infinita".
"A questo punto sembra chiaro che le autorità egiziane vogliono tenere Patrick Zaki in carcere per tutto il tempo che la legge consente, dimenticando che si tratta di una detenzione arbitraria, illegale e immotivata di un prigioniero di coscienza che non può neppure difendersi dalle accuse fabbricate nei suoi confronti”, ha aggiunto all'AGI il portavoce di Amnesty International Italia. Per Noury, "va fatto tutto il necessario, chiamando in causa la Farnesina e le istituzioni italiane tutte, per far sì che questa intenzione persecutoria delle autorità egiziane di trattenere Patrick per chissà quanto tempo ancora in carcere non si realizzi”.

Foto © Imagoeconomica

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