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Latitante dal 1980, l’ex brigatista coinvolto nel sequestro dell’ingegnere Costa è stato condannato a 27 anni di carcere

Il 29 agosto 2024 Leonardo Bertulazzi, ex membro delle Brigate Rosse, era stato arrestato in Argentina. Per l’occasione, il governo italiano si era congratulato con Buenos Aires per il successo dell'operazione. Peccato che oggi un tribunale argentino abbia deciso di rilasciarlo. La corte ha accolto un ricorso della difesa, sostenendo che, al momento dell’arresto, la revoca del suo status di rifugiato - decisa dal governo argentino guidato da Javier Milei - non era ancora stata attuata. Inoltre, il verdetto emesso dalla Camera Federale di Cassazione argentina ha evidenziato criticità nelle decisioni precedenti che avevano confermato la detenzione. Secondo i giudici, infatti, le motivazioni emerse nelle sentenze di primo grado e d’appello erano in parte arbitrarie e dogmatiche, e non giustificavano il mantenimento dell’ex brigatista in carcere. Bertulazzi è stato condannato a 27 anni di prigione per reati gravi, tra cui sequestro di persona, associazione sovversiva e appartenenza a banda armata. Era latitante dal 1980, dopo essere stato coinvolto nel sequestro dell’ingegnere Piero Costa e nella vicenda della famiglia di armatori genovesi, un'azione che aveva fruttato alle BR una notevole somma di denaro; fondi che sono stati utilizzati per finanziare anche altre azioni terroristiche, incluso il rapimento e la prigionia di Aldo Moro. Bertulazzi faceva parte della “Colonna 28 marzo”, una delle formazioni più violente e attive delle BR. La sua latitanza iniziò nel 1980 e, dopo aver vissuto in Grecia e in Portogallo, si trasferì in Argentina. Qui fu arrestato nel 2002, ma venne rilasciato poco tempo dopo. L’arresto più recente, avvenuto il 29 agosto 2024, è stato il risultato di un’operazione internazionale congiunta che ha coinvolto la polizia italiana, inclusa la Digos, e l’Interpol.

Fonte: Ansa

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