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Europa, Onu, Cina e Russia invitano alla de-escalation. Teheran: “Non abbiamo programmato altre azioni, ma se Israele ci attacca risponderemo più duramente

Israele risponderà al contrattacco di sabato dell’Iran. Le pressioni dell’amministrazione Biden sembrano non essere riuscite a dissuadere il governo israeliano dal voler reagire ai missili e droni lanciati da Teheran. La notizia è stata diffusa dalla Cnn, che ha citato un alto funzionario dello Stato ebraico. La risposta non sarà però immediata. Il premier Benjamin Netanyahu ha infatti scartato questa opzione, voluta da diversi membri dei vertici della sicurezza, dopo essere stato persuaso dal leader della Casa Bianca.
La portata della ritorsione è stata determinata dal gabinetto di guerra riunitosi nel pomeriggio di ieri, ma non è stata specificata né una data, né quali saranno gli obiettivi. Il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha inoltre affermato che "al momento non intendiamo estendere le operazioni militari israeliane. Hamas e l'Iran vogliono incendiare il Medio Oriente e intensificare l'escalation nella regione". Il premier Netanyahu ha poi deciso di rinviare l'operazione militare prevista a Rafah. Tornando agli iraniani sono sconosciuti gli obiettivi del raid: potrebbero essere gli impianti dove le forze di Teheran stanno sviluppando il loro programma nucleare, installazioni militari o anche obiettivi legati ai pasdaran al di fuori della Repubblica islamica, in Siria, Libano o Iraq.
Se Israele dovesse attaccare potrebbe dare inizio a una spirale di eventi che potrebbe portare alla guerra aperta tra le due parti. Il capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane ha dichiarato in mattinata che per il regime degli ayatollah il contenzioso con Tel Aviv era da considerarsi chiuso, ma che "se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell’Iran sarebbe notevolmente più severa". Il presidente Ebrahim Raisi ha affermato che "nuova aggressione contro gli interessi della nazione iraniana sarà accolta con una risposta più pesante". Inoltre, se gli Stati Uniti dovessero intervenire attivamente a fianco dell'alleato in operazioni difensive o offensive, anche i loro asset nella regione sarebbero considerati obiettivi legittimi. Il ministro degli Esteri iraniano Hosein Amirabdollahian ha dichiarato che "nel caso in cui lo spazio aereo o il territorio di questi Paesi (Stati mediorientali, ndr) venissero utilizzati dagli Stati Uniti per difendere e sostenere il regime di Tel Aviv, la base americana in quel Paese sarà inevitabilmente attaccata". Washington ha ribadito più volte che sarà al fianco di Israele solamente a scopo difensivo e che non prenderà parte ad azioni ostili contro l’Iran. Se però i pasdaran dovessero prendere di mira basi dell'esercito americano, la situazione potrebbe cambiare.
Intanto da ieri sono arrivate da più parti inviti alla moderazione. Paesi europei, Vaticano, Russia, Cina, Egitto, Giordania e Turchia hanno chiesto di evitare ulteriori escalation e cercare la via della mediazione. Appelli, anche questi, inascoltati da Israele.


Guterres: “Né il Medio Oriente, né il mondo possono permettersi altre guerre”

"Il Medio Oriente è sull'orlo del baratro". Così il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha messo in guardia la comunità internazionale sull'aggravarsi del conflitto, rivolgendosi al Consiglio di Sicurezza durante una riunione sull'attacco del fine settimana dell'Iran a Israele. "Né quella regione né il mondo possono permettersi altre guerre", ha detto Guterres.
"I popoli della regione stanno affrontando il pericolo reale di un devastante conflitto su larga scala. Ora è il momento di disinnescare e di smorzare le tensioni", ha aggiunto, invitando alla "massima moderazione".

Iran: “Non ci sono altre azioni militari”. Israele: “Piovra sciita si è tolta la maschera”

"L'attacco dell'Iran contro Israele, in risposta all'attacco dei sionisti contro i locali del consolato iraniano di Damasco, è stata l'azione punitiva minima necessaria per garantire i nostri interessi nazionali e la nostra sicurezza, sulla base del capitolo delle Nazioni Unite", ha dichiarato il Consiglio supremo di sicurezza nazionale di Teheran. "L'Iran ha preso di mira esclusivamente le basi militari israeliane durante l'operazione e attualmente non è in programma alcuna azione militare contro il regime", ha sottolineato il Consiglio in un comunicato, citato dall'Iran, aggiungendo: "Il regime sionista ha oltrepassato le linee rosse. Se il regime continuerà le sue azioni malvagie contro l'Iran con qualsiasi mezzo e livello, riceverà una risposta 10 volte più forte".





Dal fronte opposto, durante una sessione notturna del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l'inviato di Israele Gilad Erdan ha dichiarato che "la maschera della negabilità iraniana è stata rimossa. Non ci si può più nascondere e non si può più bluffare. Non ci si può più sottrarre alle responsabilità. L'Iran ha attaccato Israele dal proprio territorio sovrano, pubblicamente e con orgoglio. La maschera è stata tolta". Ha scritto lo stesso Erdan su X. E ha continuato: "L'Iran, primo sponsor mondiale del terrore, ha svelato il suo vero volto di destabilizzatore della regione e del mondo... È ora che il mondo smetta di ignorare i crimini dell'Iran e agisca", ha detto. "Tutti i gruppi terroristici che attaccano Israele sono tentacoli della stessa piovra sciita, la piovra iraniana" e ha esortato i membri del Consiglio a "imporre tutte le sanzioni possibili all'Iran prima che sia troppo tardi".


L’invito alla calma di Cina, Russia e Europa

La Cina ha prima definito l'attacco di Israele all'ambasciata iraniana in Siria "estremamente feroce" e ha espresso, poi, "profonda preoccupazione" per la ritorsione dell'Iran contro Israele, sollecitando la "massima calma e moderazione" a tutte le parti coinvolte. È la posizione di Pechino ribadita durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sull'attacco iraniano. Il numero due della rappresentanza permanente cinese, Dai Bing, ribadito la richiesta di un cessate il fuoco immediato a Gaza, rilevando che la "catastrofe umanitaria è da considerare inaccettabile". Dopo l'attacco dell'Iran a Israele, il Cremlino ha invitato tutti i Paesi del Medio Oriente alla moderazione e fatto notare che "un'ulteriore escalation non giova a nessuna delle due parti". Lo stesso è stato espresso dal Regno Unito. Il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha esortato Israele a non rispondere all'attacco iraniano, sostenendo che l'operazione di Teheran è stata un fallimento quasi totale; ha anche invitato l'Iran a fermarsi e ha osservato che per ora l'attenzione dovrebbe essere rivolta a concordare un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. David Cameron ha detto che Israele sarebbe "perfettamente giustificato" a rispondere all'Iran, visto che è stato attaccato, ma di stare attenti e di "pensare con la testa, non con il cuore". Poi la Francia. "Faremo tutto ciò che è in nostro potere per evitare un'escalation e convincere Israele a non rispondere all'attacco dell'Iran”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron. Il capo dell'Eliseo ha anche aggiunto che "l'Iran ha risposto in modo sproporzionato all'attacco israeliano a Damasco".
Quindi la Germania con Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha condannato l'attacco iraniano contro Israele, che - ha detto - "non sarebbe mai dovuto accadere" e ha invitato sia Teheran che il governo di Benjamin Netanyahu a contribuire ad una "allentamento" delle tensioni. "Ribadisco il mio avvertimento: l'Iran non può continuare a gestire la situazione in questo modo. Per questo è importante che venga fatto tutto il possibile per ottenere una de-escalation sul terreno", ha detto incontrando la stampa tedesca nella città cinese. Scholz ha fatto riferimento alla videoconferenza tenutasi con gli altri capi di Stato e di governo del G7 e ha affermato che esiste una grande "unità" e che tutti condividono una "valutazione molto simile". Interrogato su una possibile ritorsione israeliana, il cancelliere tedesco ha affermato che il modo in cui Israele è riuscito a respingere l'attacco iraniano con la cooperazione di partner regionali e internazionali è stato "molto impressionante". "Rappresenta una grande prestazione da parte dell'esercito e della difesa aerea israeliana. E' un successo che non dovrebbe essere sprecato. Da qui il nostro consiglio (a Israele) di contribuire essi stessi alla riduzione dell'escalation" e di non reagire in risposta all'attacco.


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Benjamin Netanyahu © Imagoeconomica


Spagna: “Per evitare escalation urgente riconoscere Palestina”

Il ministro spagnolo degli Esteri, José Manuel Albares, ha valutato positivamente che, dopo l'attacco di sabato dell'Iran a Israele, i due Paesi "non abbiano avuto un'attitudine aggressiva". "Ma siamo molto lontani da quello che reclamano la Spagna e gli alleati", ha osservato Albares in un'intervista a Tve. Nei prossimi giorni sia la Spagna che le altre potenze saranno "molto attenti alla situazione che è incalzante e grave, e a fare il possibile per evitare un'escalation", ha detto il capo della diplomazia spagnola. "Ma tutti sappiamo qual è la soluzione del conflitto nella regione", ha aggiunto. "Sta nel cessate il fuoco a Gaza e nella pace e stabilità in tutto il Medio Oriente, che passa per  il riconoscimento dello Stato palestinese e la soluzione dei due Stati", ha segnalato.


L'Iran: "L'Occidente apprezzi la nostra moderazione su Israele"

L'Occidente dovrebbe "apprezzare la moderazione dell'Iran" nei confronti di Israele. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, dopo l'attacco su larga scala allo Stato ebraico sabato notte in risposta al raid contro il consolato di Teheran a Damasco del 1 aprile scorso nel quale sono morti diversi Pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahedi. I Paesi occidentali "dovrebbero apprezzare la moderazione adottata dall'Iran negli ultimi mesi", "invece di lanciare accuse... dovrebbero incolpare se stessi e rispondere all'opinione pubblica per le misure che hanno adottato contro i crimini di guerra commessi da Israele" nella sua guerra contro Hamas a Gaza, ha affermato Kanani.
Iran: "Se Israele risponderà, reagiremo più duramente”. Sempre l’Iran ha voluto sottolineare che “l’attacco limitato dell'Iran contro Israele di sabato sera mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma - ha detto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l'omologo russo Sergei Lavrov.- se Israele intraprenderà una nuova azione contro l'Iran, dovrà sicuramente affrontare una risposta molto forte".

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