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«Dopo giorni passati in commissione bilancio il mio emendamento alla legge antiracket non è stato neanche preso in considerazione. Il governo dimostra ancora una volta che non ha intenzione di contrastare adeguatamente il crimine associato né di aiutare gli imprenditori che denunciano le estorsioni subite a rischio della vita». Lo dichiara Piera Aiello, deputata di Italia dei Valori e testimone di giustizia sotto scorta. «Gli indennizzi previsti per le vittime arrivano anche dopo sei anni e la stragrande maggioranza delle aziende viene liquidata quando ormai è fallita. Da quando esiste il fondo antiracket, lo Stato ha buttato al vento qualcosa come 600 milioni di euro senza riuscire a salvare le aziende e restituirle al tessuto economico legale. Sono indignata: il mio emendamento era stato votato all’unanimità come ordine del giorno e mi era stato promesso che sarebbe stato inserito alla prima occasione disponibile. Nel corso dell’esame del sostegni bis è stato però ignorato. La mia proposta avrebbe permesso l’accesso a un prestito garantito dalla Banca d’Italia. Questo avrebbe messo in condizione le aziende di ricevere il denaro in tempo utile e avrebbe evitato di continuare a sperperare fondi pubblici inutilmente. Prendo atto che l’esecutivo non ha interesse a sostenere l’economia pulita, a evitare spreco di denaro pubblico e a contrastare le estorsioni mafiose in modo efficace».

Foto © Imagoeconomica

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